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Salute Sardegna

Avis: “Non è sufficiente al fabbisogno, ci vogliono più donatori”

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La raccolta del sangue complessivamente effettuata in Sardegna non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno regionale, i vari territori conferiscono il sangue raccolto alle rispettive Asl di riferimento, ma nessuna ancora ad oggi può essere considerata autosufficiente. Sono pochi i sardi a non sapere che la necessità così sentita del sangue è determinata non solo dai progressi nella chirurgia medica ma e soprattutto dalla pesante incidenza nel territorio della Thalassemia. I talassemici per vivere hanno bisogno di periodiche trasfusioni ed anche per questo sono operative nel territorio le associazioni, prevalentemente Avis, che si occupano di organizzare sia la sensibilizzazione alla donazione che l’attività di raccolta.
Il 2015 si presenta come un anno particolare, e l’andamento della raccolta si delinea preoccupante non tanto per la mancanza di donatori sensibili quanto per un’incertezza sui luoghi ed i mezzi per la donazione. A tutela degli stessi donatori, degli operatori e dei potenziali riceventi a far data dal 1 luglio 2015, il sangue può essere raccolto e/o trasfuso solo ed esclusivamente presso sale prelievi accreditate che rispondano a rigidi requisiti tecnici oppure presso le strutture mobili, autoemoteche anch’esse accreditate. Fino al 20 luglio scorso la situazione era seriamente incerta, le sale prelievi fino ad allora utilizzate nel territorio ancora non potevano operare finchè non accreditate, la Regione Sardegna non aveva ancora terminato gli audit di controllo e l’autoemoteca acquistata dalla Asl 6, unica a disposizione per il territorio per avisfronteggiare questa emergenza, inaugurata oltre 7 mesi prima, alla presenza dei rappresentanti politici nonchè delle autorità religiose, con grandi annunci sulla stampa, per ritardi burocratici non era ancora utilizzabile.
Gli unici due centri fruibili, in attesa che le altre sale ottenessero gli accreditamenti, erano il centro trasfusionale dell’ospedale di San Gavino, allestito nell’immobile fronte al pronto soccorso e la sala prelievi della Asl 6 presso il Poliambulatorio di Serramanna in Corso Europa, le alternative sono state le tre autoemoteche in dotazione dell’Avis provinciale di Cagliari che hanno dovuto dividersi tra cagliaritano, sulcis, campidano ed oristanese. Perchè il problema dei ritardi negli accreditamenti non è solo locale ma si estende su tutto il territorio regionale e cade proprio nel periodo peggiore, l’estate, quando maggiore è la carenza di sangue. È possibile che non tutte le sale siano autorizzate, con la conseguenza che i tanti passi avanti nella raccolta ottenuti con le postazioni fisse siano vanificati da un ritorno alle postazioni mobili, almeno nel primo periodo. È probabile che venga chiesto alle singole realtà locali di cambiare modus operandi, di impegnarsi nel convincere i propri donatori a spostarsi per la donazione in un paese diverso da quello di residenza. Quest’ultima procedura non è nuova nel mondo dei volontari Avis, ma sicuramente lo è per il nostro territorio. Un cambiamento culturale non indifferente, che alla prima sperimentazione non ha dato esiti positivi. Il lavoro è ancora lungo e da organizzare.
La scadenza dei termini per l’accreditamento era ben nota a tutti i volontari dirigenti delle associazioni Avis, i quali si sono mobilitati anzitempo per adeguare le proprie sedi operative, tuttavia la realtà è molto complicata, ogni associazione è ospite in sedi con proprietari differenti, qualcuno privato, diversi in locali Asl ed altri in locali comunali, inoltre l’adeguamento delle sedi alle prescrizioni legislative comporta dei costi non indifferenti. Fa stizza ai volontari che operano da tempo trovarsi nella situazione di non sapere se la propria uscita verrà confermata o meno, di non conoscere la tempistica e soprattutto fa rabbia questa atmosfera di apparente tranquillità, di silenzio delle istituzioni in primis, di fronte ad un così delicato problema, che nel breve periodo porterà indubbiamente ad un calo della raccolta, non per mancanza di volontà dei donatori ma per limiti fisici: tre autoemoteche per mezza Sardegna non possono sostituirsi alle tante sale che venivano impegnate una volta al mese. Ad oggi nessuna delle sale prelievi del territorio, ad eccezione del Poliambulatorio di Serramanna, è ancora accreditata, pertanto per la raccolta si utilizza l’autoemoteca della Asl di Sanluri con tutti i disagi che comporta, poco funzionale per gli operatori e poco accogliente per i donatori. È quasi una certezza l’andamento in calo della raccolta.
Intanto la carenza del sangue incombe, si rinviano gli interventi ove possibile, si sacrificano i talassemici con le attese e si sollecitano gli adempimenti all’ente preposto per gli accreditamenti. Permane la certezza che la determinazione e solidarietà e l’impegno di tutti i volontari non mancherà e che la collaborazione con le Asl e le istituzioni regionali e locali sarà determinante e decisiva per il superamento di questo momento di incertezza e difficoltà.

Elena Fadda

RIPRODUZIONE RISERVATA
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