Se è vero che l’avvento dei social network da una parte ha cambiato drasticamente le relazioni sociali (per alcuni in negativo ndr), dall’altro non si può non cosiderare come questo fenomeno abbia avuto l’innegabile vantaggio di ampliare il ventaglio delle possibilità d’informazione. Un esempio, in tal senso, è dato dalla pagina Facebook “Archeologia della Sardegna” diventata oggi un riferimento rilevante per tutti gli appassionati del settore. ll gruppo, che conta oggi la bellezza di circa 16 mila fan, sin dalla sua nascita (avvenuta nel 2009), si è posto come obiettivo di raccogliere quante più informazioni possibili che permettessero di dare maggior conoscenza della preistoria e della storia della Sardegna. Ogni membro della pagina che ha voglia di arricchirne i contenuti, si può impegnare a dare il suo contributo mettendo a disposizione di tutti del materiale proprio: foto, video, documenti o altro ancora.
Fra i tre fondatori della pagina troviamo anche Albertina Piras, villamarese, da sempre grande appassionata di tutto ciò che riguarda la cultura e le tradizioni del passato del nostro territorio e, fra le tante cose, autrice di numerosi libri nonché promotrice di diverse iniziative di matrice culturale. «Abbiamo iniziato – racconta Albertina – per gioco e per semplice passione. Col tempo siamo arrivati, grazie e soprattutto al contributo di numerosi appassionati che si sono iscritti, a mettere in piedi una pagina dov’è oggi possibile reperire innumerevoli informazioni relative all’archeologia sarda. Parallelamente all’attività in rete, abbiamo svolto altre importanti iniziative; su tutte la pubblicazione di due calendari con foto di siti archeologici della Sardegna, pubblicato due romanzi dal titolo “Tsìppiri” e “La regina di Cavalupo” nonché, qualche anno fa, grazie anche alla spinta partita da questa pagina, siamo riusciti a riportare in Sardegna dei bronzetti nuragici in un’asta a Londra. Recentemente, inoltre, abbiamo pubblicato un libro dal titolo “ArcheoSardinia” dove è possibile reperire delle “archeo – schede” che presentano, anche in lingua inglese, alcune fra le più importanti aree archeologiche della Sardegna in maniera dettagliata.
Questa pagina Facebook è stata quindi un buono strumento per mettere in atto, non soltanto una vera e propria piattaforma ricca d’informazioni del settore arricchita da seri confronti con appassionati e ricercatori della’archeologia sarda, ma anche per attuare iniziative concrete. In otto anni, iniziando un po’ per gioco, siamo riusciti a realizzare mattone dopo mattone un bel lavoro. Abbiamo ora in mente nuovi progetti che, sperando continui ad accompagnarci la passione di sempre, vorremmo realizzare appena sarà possibile».
Simone Muscas
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