di Cinzia Mereu
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Al ragazzo che la vita aveva già calpestato troppe volte.
Al diciannovenne che sognava San Siro e l’Inter e si dovette accontentare di un arido Amsicora e di una squadretta che militava in sere B, in un’isola che gli ricordava tanto l’Africa.
Al capocannoniere della stagione ‘66/’67 e a una straordinaria scalata verso la serie A.
Alla rete nella finale di Roma nel 1968 e alla prima volta che siamo diventati Campioni d’Europa.
Al quasi Pallone d’Oro in uno storico testa a testa con Gianni Rivera.
A quel mancino forte e potente, proprio come un tuono.
Al re Brenno di Gianni Brera.
A quella storica rovesciata contro il Vicenza nel gennaio 1970, icona di un’epoca.
All’ancora ineguagliato capocannoniere della nazionale italiana.
A quel 12 aprile del 1970, che fortunato è chi può dire: “Io c’ero”.
A chi nel gonfiare quella rete si è risollevato e ha trovato un riscatto contro una vita troppe volte ingiusta.
A chi ci ha scelto per cinque, dieci, quindici anni. E poi per tutta la vita.
Al cuore che si gonfia di orgoglio ogni volta che sostieni di tifare il Cagliari e che Gigi Riva sarà sempre il tuo eroe.
A te Gigi, che alla fine sei diventato uno di noi. Tu lombardo, duro e solitario. Noi sardi, duri e orgogliosi.
Sei diventato amico, figlio, nipote, fratello di ogni sardo e come il più fedele degli amici non hai mai dimenticato l’amore che quest’isola e i suoi abitanti ti hanno donato. Scegliendo di restare, nonostante le prestigiose offerte di Boniperti e della sua Juve.
Hai permesso a una terra sottovalutata, dimenticata, disprezzata di ottenere un importante riscatto non solo a livello sportivo, ma soprattutto sociale.
Ormai sono passati tanti anni da quando hai appeso le tue scarpette a quel famoso chiodo a cui ogni calciatore purtroppo si deve arrendere, eppure il tuo mito continua a vivere tutt’ora, capace di unire grandi e piccini, come se ancora tu ogni domenica scendessi in campo a regalarci gol ed emozioni. Chi non ha avuto l’onore e il piacere di vivere l’era del Gigi Riva calciatore si gode ogni ricordo della tua straordinaria leggenda, consapevole del fatto che sportivi, ma soprattutto uomini, come te, Gigi, non ne nascono più
Ci hai regalato il sogno di uno storico, importante scudetto, ma soprattutto ci hai donato il tuo amore, facendo della Sardegna la tua casa e noi di questo non potremmo che esserne eternamente grati e orgogliosi.
Buon compleanno, immenso Rombo di Tuono.
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