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Attualità

A Guspini la mostra “6865 L’IMI Giovannino Guareschi. Non muoio neanche se mi ammazzano”

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Don Camillo, Peppone e il “Candido” sono nati nel Lager
La mostra che celebra gli Internati Militari Italiani attraverso il loro più celebre ed efficace testimone

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Dopo aver percorso numerose tappe nella penisola, la mostra 6865 L’IMI Giovannino Guareschi. “Non muoio neanche se mi ammazzano” realizzata dall’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, Internamento e Guerra di Liberazione) e curata da Marco Ferrazzoli, giunge finalmente in Sardegna, con tappa a Guspini. La mostra, richiesta dall’Istituto Tecnico “Buonarroti” di quest’ultimo centro sarà inaugurata il 4 novembre, nella Biblioteca comunale di via San Nicolò n. 9, alle 11, con la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose del territorio e degli studenti delle classi primarie e secondarie di primo e secondo grado dell’ex comune minerario.

La mostra rievoca la prigionia dello scrittore Giovannino Guareschi, autore, tra i tanti, dei racconti Mondo Piccolo – Don Camillo, con i noti personaggi di Don Camillo e Peppone, e omaggia gli oltre 600mila soldati che dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, si rifiutarono di combattere al fianco dei tedeschi. Guareschi è uno di questi soldati del Regio Esercito che dopo l’8 settembre finì deportato nei Lager nazisti. Marco Ferrazzoli, biografo di Guareschi e curatore della mostra scrive che «Nei campi Guareschi anima iniziative per sollevare lo spirito dei commilitoni (celeberrimo il suo motto “Non muoio neanche se mi ammazzano!”», mettendo in evidenza le sue doti di umorista, giornalista, vignettista, che ha formato la sua coscienza politica nella dura scuola del Lager. Enzo Orlanducci, presidente emerito dell’ANRP afferma che «il mancato riconoscimento dello stato giuridico di prigionieri di guerra, con la sottrazione di quei diritti alla protezione, alla salute e alla dignità, consentì l’utilizzo dei militari italiani come forza lavoro in turni massacranti e nelle mansioni più pesanti, per l’economia bellica del Terzo Reich. I continui appelli, i tormenti della fame, del freddo e delle violenze, ritmati dai tempi del lavoro coatto e di corvées, i frequenti trasferimenti, i continui bombardamenti aerei delle fabbriche e degli annessi campi di lavoro, determinarono circa 50mila deceduti». Il tenente Guareschi, catturato ad Alessandria il 9 settembre 1943, fu internato a Bremer-Voerde-Sandostel, Czestokowa, Beniaminovo, Wietzendorf dove condusse per venti mesi la sua buona battaglia umoristica per affrontare le difficoltà, sfidare gli avversari, denunciare ingiustizie e malefatte, tirar su il morale dei suoi commilitoni, compagni di sventura.

«L’iniziativa – afferma il dirigente scolastico del “Buonarroti”, prof. Mauro Canu – che abbraccia una parte significativa del programma di Storia degli alunni delle quinte classi, diventa occasione per approfondire un aspetto non secondario della storia recente d’Italia, incluso il contributo, non sempre riconosciuto, del ruolo fondamentale svolto dagli IMI con quel “No” chiaro al regime nazista e quel “No” forte al proseguo della lotta insensata al fianco di nazisti e repubblichini».

La mostra, che si inserisce nel quadro dei festeggiamenti del 4 novembre, organizzati dall’amministrazione civica di Guspini, è illustrata e spiegata dagli alunni della VL dell’Istituto “Buonarroti”. Sarà visitabile dal 4 all’11 novembre, nei seguenti giorni e orari: sabato 4 mattina; lunedì 6, ore 15,30-18,30; martedì 7, ore 15,30-18,30; mercoledì 8, ore 8,30-13,30; giovedì 9, ore 15,30-18,30; venerdì 10, ore 15,30-18,30; sabato 11, ore 9-12.

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