Attualità Lunamatrona

Alesssandro Merici atto terzo

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Alessandro Merici, 52 anni, dallo scorso 1° giugno è tornato a rivestire la carica di sindaco di Lunamatrona. Lunga la sua storia politica nel paese della Marmilla: ha esordito in amministrazione comunale come sindaco nel lontano 1995 ricoprendo la carica per l’intera legislatura per poi passare al ruolo di vice-sindaco nel quinquiennio successivo. Quindi, nel 2005, è stato nuovamente eletto come primo cittadino sino al 2010 quando, uscito sconfitto con la sua lista da quella tornata elettorale, è stato eletto nelle file della minoranza. Quest’anno, infine, il ritorno per quello che è il suo terzo mandato da primo cittadino di Lunamatrona. Insomma (come lui stesso ci tiene a precisare) detiene una certa longevità nell’amministrazione della “res pubblica” del paese.
Innanzitutto grazie per essersi concesso a quest’intervista. Le chiedo: com’è tornare dopo cinque anni alla guida del paese?
Riniziare dopo cinque anni trascorsi in minoranza è come ricominciare da zero. Proprio qualche giorno fa pensavo a questa cosa: mi sembra di essere tornato al ’95, anno della mia prima elezione. In un quinquiennio di assenza cambiano inevitabilmente alcune dinamiche e ti trovi pertanto costretto a ripartire in un contesto che può essere diverso rispetto a quando lo hai lasciato. A tal proposito voglio dire che il mio cruccio più grande, politicamente parlando ovviamente, è quello di non aver mai avuto la possibilità di essere riconfermato dopo una legislatura. Mi sento come una squadra che vince il campionato e a cui non viene concessa la possibilità di difendere l’anno successivo il proprio titolo conquistato.
È più facile ora o vent’anni fa presiedere un Comune come quello di Lunamatrona?
Seppur in maniera un po’ diversa, esistevano problematiche di non facile risoluzione già vent’anni fa. Posso dirle che i tempi passati vengano oggi visti come anni migliori, ma le assicuro che anche nei periodi di “cosiddetta floridità degli enti pubblici” ho assistito alla chiusura di servizi che se oggi esistessero ancora ci avrebbero fatto gran comodo.
Il patto di stabilità è comunque un problema non da poco per gli enti locali e non si può certo trascurare il fatto che sino a qualche anno fa non si doveva fare i conti con questo “fardello”.
Concordo perfettamente, anche se posso aggiungere che è tutto il sistema Italia che andrebbe riorganizzato; purtroppo non è nel DNA degli italiani essere precisi. Per capirci: noi riceviamo circa 800.000 euro all’anno dal Fondo Unico in diverse tranche per sopperire a quelle che sono le necessità del Comune di Lunamatrona. Il passaggio di questi denari avviene con un iter lento e macchinoso che inizia con lo Stato, passa per le Regioni e che vede l’amministrazione comunale come ultimo anello della catena. È chiaro che se il meccanismo si inceppa, e questo succede non di rado, chi poi ne risente è l’ente locale e quindi, di conseguenza, tutti i cittadini della comunità.
Però è inevitabile che sia stato proprio il patto di stabilità ad aver messo seriamente gli enti locali spesso in grossa situazione di difficoltà. Può spiegare ai cittadini, in parole povere, che cos’è questo patto di stabilità?
Per spiegarglielo le faccio un esempio. Si immagini di avere un contenitore d’acqua di 1.000 litri. È chiaro che potrò utilizzare al massimo soltanto quella quantità d’acqua. Però per soddisfare le mie esigenze ho bisogno di 2.000 litri. Le cose sono due: o dispongo di un altro contenitore della stessa capacità d’acqua che un’auto cisterna mi ha riempito o posso contare soltanto sul mio unico contenitore che possiedo perché so per certo che tanto il mese prossimo pioverà e quindi quasi sicuramente riuscirò a recuperare altri mille litri. È chiaro che in questo esempio che le ho fatto l’acqua rappresenta i soldi che il Comune gestisce. Il patto di stabilità ci impone di essere nella prima condizione per poter spendere ovvero disporre di un’ulteriore cisterna, quindi avere in cassa quei soldi. Aspettare la pioggia, quindi semplicemente programmare su fondi che saranno accreditati in futuro alle nostre casse, è vietato. Se a questo aggiungiamo che ogni anno dobbiamo essere capaci, come Comune, di risparmiare almeno 160 mila euro, capite bene che si tratta di una situazione non semplice da gestire.
Fortunatamente, corre voce, che da 2016 certi obblighi molto stringenti verranno meno. Staremo a vedere. Spostiamoci ora sulle questioni più pratiche relative alla gestione del paese. Appena qualche mese fa, veniva fuori una delibera di Giunta che tanti, me compreso, non hanno capito sino in fondo. Questa parlava della gestione del verde pubblico. Il testo recitava in sintesi che: “preso atto della limitatezza delle risorse finanziarie non poteva essere garantito il mantenimento della totalità delle aree verdi in condizione di adeguata manutenzione, si concedeva pertanto la possibilità di assegnazione in gestione di aree e spazi destinati verde pubblico a gruppi di volontari senza fini di lucro”. In sostanza tanti hanno interpretato che la pulizia del paese dovesse essere gestita dai cittadini stessi. Può far chiarezza su questa questione?
C’è stata un po’ di confusione nell’interpretazione di quella delibera. È importante sapere che il servizio di pulizia delle strade non è mai venuto a mancare e non è nel nostro interesse farlo venir meno. Lunamatrona non è certo un esempio di sporcizia. La questione del volontariato nasce da un esempio concreto che le racconto. Anche nel momento in cui offri un servizio di pulizia efficiente ci sono delle aree che, per diversi motivi, vengono trascurate più di altre. Nello specifico ho avuto una richiesta da parte di un cittadino del paese di farsi carico, insieme ai propri vicini di casa, della pulizia di un terreno spesso pieno di erbacce che, a causa di alcuni problemi, non veniva mai pulito. Abbiamo accettato e dovuto formalizzare la cosa al fine di poterla rendere fattibile. Quindi, preso esempio da quanto fatto anche dal Comune di Sanluri, abbiamo esteso attraverso quella famosa delibera la possibilità di creare gruppi di volontariato a chiunque volesse farlo per la manutenzione delle aree verdi.
Immagino non siano nati dei gruppi di volontari per la manutenzione delle strade.
No e non è certo nostro obiettivo spronare la popolazione ad attivarsi in questo senso. Ci tengo a sottolineare che non si tratta né di un obbligo né tantomeno di un appello che, qualora disatteso, prevederà penalizzazioni per i cittadini: il paese continuerà infatti ad avere il proprio servizio di pulizia come ha sempre avuto ed anzi è nel nostro interesse migliorarlo. Dovessero nascere gruppi di volontariato si potrebbe attivare una formula che potrebbe prevedere delle ricompense a chi si attiva in tal senso? Le chiedo questo perché ha esordito dicendo che, anche con un servizio di pulizia molto efficiente, alcune aree per svariate ragioni spesso sono trascurate più di altre. Se in futuro dovesse nascere qualche gruppo di questo tipo noi, come amministrazione, non ci offendiamo di certo. Certo, si potrebbe prevedere una qualche ricompensa, però vedrei questa come una soluzione di “extrema ratio”: insomma, dato che ci sarebbe comunque da pagare, sarebbe preferibile migliorare il servizio attraverso la classica formula degli appalti visto che ci sono tante persone alla ricerca di un lavoro. Vorrei infine dirle che da qualche settimana, successivamente a quella delibera, abbiamo attivato un servizio che ci concede l’Unione dei Comuni di cui non conoscevamo l’esistenza ovvero il poter usufruire di un operaio per tre ore alla settimana. Abbiamo pensato di utilizzare questa risorsa aggiuntiva proprio per l’estirpazione delle erbacce, considerato che dall’ultimo appalto era previsto il servizio con la macchina pulitrice, ma non un operaio fisso che la coaudiuvasse. Si tratta di una soluzione ponte e auspichiamo che anche con l’allentamento dei cordoni del patto di stabilità, si possa migliorare quest’aspetto.
Quali gli obiettivi nel breve – medio periodo per il Comune di Lunamatrona?
A breve partiranno i lavori per la sistemazione del cortile della scuola materna. Sempre a breve porteremo avanti l’iter per aprire finalmente il baby parking e probabilmente, se come si vocifera verranno meno alcuni obblighi del patto di stabilità, riusciremo ad aprire il bando per l’appalto per la riqualificazione di parte di via Tuveri. Stiamo quindi valutando la possibilità di effettuare un restyling dell’illuminazione pubblica e, in una fase successiva (se sarà possibile attingere da fondi rimasti inutilizzati del Progetto Marmilla dell’Unione dei Comuni) vorremmo sostituire le lampade attuali con altre a LED e dotare gli edifici pubblici di qualche impianto fotovoltaico, dato che Lunamatrona è uno dei pochi paesi che non dispone di sistemi a fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica e calore. Qualora ci riuscissimo potremmo ridurre ulteriormente i costi energetici del nostro Comune.
Un’ultima domanda: il parco comunale è uno dei fiori all’occhiello del paese. Sarebbe possibile cercare di tenerlo aperto per un periodo più lungo visto che il parco giochi al suo interno è un luogo di socializzazione molto importante per i bambini?
A giorni apriremo un bando per la gestione dell’area, dato che il vecchio gestore ha lasciato. Noi, come amministrazione comunale faremo tutti gli sforzi richiesti per trovare la formula migliore per cercare di tenerlo aperto più a lungo possibile e migliorarne, disponibilità economiche permettendo, il decoro e la manutenzione. Problemi ce ne sono, ma l’intento di far meglio c’è e sempre ci sarà.
La ringrazio per quest’intervista, grazie per la chiarezza e la sua disponibilità.
Si figuri, semmai sono io che la ringrazio. La comunicazione è una cosa importante: più c’è chiarezza e meglio è per tutta la comunità.
Simone Muscas

RIPRODUZIONE RISERVATA
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