REDAZIONE
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Foto di Alessio Onnis
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Il prof. Lorenzo Di Biase, lo scorso martedì 29 ottobre, ha tenuto all’UniTre “Del Monreale” di San Gavino un incontro su “Le leggi razziali e l’antifascista di Orani Costantino Nivola, artista di fama internazionale”.
Il relatore dopo l’introduzione del presidente dell’associazione prof. Salvatore Manno che ha presentato agli astanti, il docente e la sua associazione A.N.P.P.I.A., ha prodotto una allocuzione lunga ed articolata che è partita dall’estate del 1938 perché Nivola convolò a nozze con una giovane tedesca di razza ebrea Ruth Guggenheim conosciuta nei banchi di scuola dell’ISIA di Monza, e perché nello stesso periodo iniziava una incessante e martellante attività propagandistica a favore della razza ariana italica.
Di Biase ha analizzato nel dettaglio il così detto “Manifesto sulla razza” a firma di dieci scienziati, poi l’Ufficio studi e propaganda sulla razza, la rivista “La difesa della razza”, il censimento degli ebrei dell’agosto del ’38, il documento prodotto dal Gran Consiglio del Fascismo dell’ottobre del 1938 in cui ci si doveva dichiarare “Francamente razzisti”, e infine, le varie leggi razziali firmate dal re nella tenuta di San Rossore, in quel di Pisa, in quanto la famiglia reale era ivi in vacanza.
Il relatore ha intrecciato la storia d’amore dei coniugi Nivola con le vicissitudini del tempo. Essi dopo il matrimonio capirono che restare in Italia poteva essere pericoloso per Ruth e ripararono in Francia, a Parigi. Qui Titinu, com’era chiamato a Orani suo paese natale, ha frequentato gli ambienti della “Concentrazione antifascista” e in particolare Emilio Lussu il mitico eroe della Prima Guerra Mondiale, notissimo antifascista esule in Francia, in quanto riuscì ad evadere dall’isola di Lipari in cui il regime lo aveva confinato. Dalla loro collaborazione nacque un disegno politico antifascista che fu pubblicato sul numero di giugno del 1939 del periodico “Giustizia e Libertà” costando a Nivola la dichiarazione di arresto immediato se rientrato nel regno. Poi però successero alcuni fatti che portarono Titinu a non sentirsi più al sicuro in Francia, riparando quindi negli USA. Anche nel nuovo Continente il nostro artista, nonostante padre di due figli, entrò in contatto con gli ambienti ostili al regime e frequentò assieme all’immancabile Ruth le attività dispiegate dall’associazione antifascista “Mazzini Society”. Sempre controllato dall’OVRA è riuscito a superare indenne il ventennio fascista e si è potuto affermare negli States come uno dei cento italiani più importanti ed autorevoli nel suolo americano. Insegnante in alcune tra le più prestigiose e influenti università americane fu chiamato anche ad insegnare nella prestigiosa accademia d’arte dell’Olanda. In America è deceduto all’età di 77 anni.
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