È ormai da qualche giorno che la protesta lanciata dai pastori sardi, i quali denunciano il prezzo del latte troppo basso per continuarne la produzione, sta espandendosi tra tutti i cittadini, che sempre più numerosi dimostrano tutta la loro solidarietà a questo settore. Anche a Sanluri il sostegno dei cittadini non manca e, tra attività commerciali chiuse e lenzuola bianche appese alle finestre, nella giornata di oggi anche le scuole elementari hanno deciso di stringersi attorno a questa causa. Questa mattina infatti è stata organizzata dai genitori di due quinte elementari, le sezioni C e D, una manifestazione al di fuori della scuola primaria di via Giovanni XXIII, estranea all’iniziativa, che ha visto i bambini, delle due classi citate, sfilare nel centro del paese accompagnati dai genitori con cartelloni, striscioni colorati, pentole e mestoli, raccogliendo i sorrisi e gli applausi dei passanti.
«L’idea di questa iniziativa è nata domenica quando durante una passeggiata io e mio figlio abbiamo incontrato alcuni pastori di Sanluri che versavano il latte per terra. Mio figlio, colpito da questo gesto, mi ha fatto delle domande a riguardo e il discorso iniziato a casa lo abbiamo portato a scuola. Noi come quinta D abbiamo iniziato a muovere un po’ le acque e abbiamo cercato di coinvolgere tutti. Ci è sembrato giusto dare un segno della nostra solidarietà, avremmo voluto che la partecipazione fosse stata maggiore e non confinata a queste due sole sezioni. Anche se non siamo tutti figli di pastori, siamo tutti figli di questa terra che è la Sardegna, se muore il settore primario moriamo tutti. Non c’è giustizia nel prezzo attuale del latte, noi stiamo con i pastori e questa protesta è a loro solidale. Uniti e insieme e si può fare tutto», commenta Cinzia Lai, uno dei genitori ideatori di questa iniziativa.
Le proteste oggi continuano e sono numerose in tutta l’Isola. Centinaia gli studenti e non solo che, assieme ai pastori, questa mattina hanno protestato di fronte al Consiglio Regionale. Previsto per domani un tavolo con il governo.
Fabiola Corona
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