di Gianni Vacca
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Con 9 voti favorevoli, quelli della maggioranza e 3 astenuti, quelli della minoranza, il consiglio comunale vota l’istituzione a partire dal prossimo anno dell’imposta di soggiorno, in alcuni casi erroneamente definita tassa di soggiorno. Si va dai 5 euro per le strutture a 5 stelle ai 2/2,50 euro per gli agriturismi e i B&B. La tassa può essere applicata per un periodo massimo di 10 pernottamenti consecutivi. “È uno strumento che porterà un gettito destinato a finanziare gli interventi in materia di turismo compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, trasporti, spettacoli, eventi, animazione e decoro del paese e delle borgate marine” afferma l’Assessore al Turismo William Collu nel presentare il punto all’ordine del giorno.
“Ci impegniamo a migliorare- puntualizza ancora l’assessore – tutta una serie di servizi turistici, insomma uno strumento che ci permetterà di guardare alla tematica turistica con più ampio respiro” .
Di diverso avviso il gruppo di minoranza di Avanti Arbus che pur non essendo pregiudizialmente contrario a questo strumento fa emergere alcune potenziali criticità a cui si potrebbe andare incontro.
“Dovremmo analizzare se questo è il momento più opportuno per istituire questa imposta – afferma la consigliera Annita Tatti, già assessore al Turismo durante la giunta Ecca – nel corso del suo intervento. Arbus oggi è priva di target e reduce da una stagione non troppo brillante con trend negativo e cali quantificabili intorno a un 10/12% di presenze in meno rispetto agli anni passati. Forse i tempi non sono ancora maturi. La mia perplessità è solo quella con la paura che la tassa di soggiorno possa rappresentare un boomerang”.
Sulla stessa falsariga gli interventi del capogruppo consiliare Michele Schirru e della consigliera Veronica Aru. Il primo pone l’accento “sulla possibile esenzione per alcune categorie e sul mancato pieno coinvolgimento degli operatori di settore”, la seconda “sulle possibili compensazioni previste per gli operatori in fase di versamento dell’imposta”. “Perché come afferma qualcuno la tassa di soggiorno dovrebbe creare problemi agli operatori? – afferma il Sindaco Paolo Salis – Per dare servizi di qualità che non potrebbero essere garantiti diversamente occorre avere maggiori entrate. La tassa di soggiorno è stata istituita e programmata proprio a questo”.
La tassa di soggiorno in Sardegna.
In Sardegna sono oltre una quarantina, fra città e paesi turistici, ad applicare la tassa di soggiorno con un incasso, riferito al 2022, di complessivi 19,2 milioni di euro. Il comune più ricco Arzachena che sfiora i 2 milioni e 200 mila euro, il più povero Torpè con poco meno di 3 mila euro d’incasso.
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