di Cinzia Mereu
________________________________________________
Il territorio di Arbus è noto ai più per gli oltre sessanta chilometri di costa che possiede (considerando gli appartenenti al poligono di Capo Frasca), all’interno dei quali spicca l’eccezionale distesa sabbiosa di Piscinas, perla indiscussa della costa occidentale dell’isola.
Meno noto è invece il patrimonio storico-archeologico di cui questo comune dispone, vantando al suo interno la presenza di oltre trenta nuraghi censiti, tra i quali assume particolare rilevanza il nuraghe Cugui. Ritenuto un protonuraghe, questo presenta una struttura a tre torri, delle quali solo una è accessibile. Situato in un’altura in posizione panoramica in direzione Fluminimaggiore, da esso è possibile scorgere il paese di Arbus e la catena del Linas. È stato più volte oggetto di interesse da parte di studiosi provenienti da tutta l’isola.
Di ulteriore rilevanza a livello storico è la località marina della Costa Verde di “Su Pistoccu”, la quale durante la seconda guerra mondiale subì un bombardamento che causò la morte di alcuni soldati. Ma ancor più importanti sono le scoperte che a partire dagli anni ottanta del ‘900 sono state fatte in questa zona, portando alla luce alcuni scheletri appartenenti a migliaia di anni fa.
Al 1985 risale il primo ritrovamento, i frammenti dello scheletro di un uomo di circa quarant’anni ricoperto di ocra rossa con vicino una grande conchiglia di Trion e frammenti di Prolagus sardus, animale simile all’odierno coniglio. All’uomo venne dato il nome di Beniamino, ma a causa dell’assenza di collagene non fu possibile datare in maniera precisa i suoi resti.
Ai primi anni del nuovo millennio appartiene la straordinaria scoperta, sempre nella stessa località, di un altro scheletro, ribattezzato col nome di Amsicora dagli studiosi e meglio conservato di Beniamino, con tutta probabilità risalente a ben nove mila anni fa, al periodo di transizione tra il Neolitico e il Mesolitico. Qualora la datazione di quest’ultimo venisse confermata sarebbe lo scheletro sardo più antico mai ritrovato.
A queste testimonianze di età prenuragica e nuragica si aggiungono poi gli innumerevoli segni che i dominatori di epoche differenti hanno lasciato in questo territorio, come la villa romana situata nei pressi della frazione di Sant’Antonio di Santadi o la torre spagnola di Flumentorgiu, situata a pochi passi dalla spiaggia di Torre dei Corsari.
Oltre a questa immensa ricchezza storico-culturale il comune di Arbus può vantare tra le sue fortune anche uno straordinario patrimonio di archeologia industriale, costituito dall’imponente complesso delle ex-miniere di Ingurtosu, Montevecchio e Genn’e mari, con edifici simbolici come l’ex Laveria Brassey, ai più nota col nome di Naracauli, o Pozzo Gal, che assieme arricchiscono il vecchio borgo di Ingurtosu, segno di un’epoca di splendore ormai svanito.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento