È stato approvato all’unanimità il regolamento che introduce la tassa di soggiorno nel paese termale del Medio Campidano. Magno gaudio di maggioranza ed opposizione, tutti d’accordo nel dare subito il via a questa nuova imposta che, come sottolinea il sindaco Roberto Montisci, «è una delle poche che alcuni Comuni, solo quelli che sono inseriti negli appositi elenchi regionali delle località turistiche, possono applicare». E quindi si è deciso di applicarla.
Sardara conta circa 36.000 pernottamenti l’anno, tra strutture ricettive e albergo termale, persone che arrivano come turisti che vogliono esplorare le bellezze e le particolarità che offrono il paese e il territorio, ma anche persone che vengono per usufruire delle cure termali. Persone che dovranno pagare un importo non ancora ben definito per le prime sette notti, numero che probabilmente scenderà a cinque. Per il resto, come in altre città dove è già in vigore, gli ospiti pagheranno in base alle caratteristiche della struttura ricettiva, se alberghiera o extra-alberghiera, e ci saranno gli esenti, ad esempio chi soggiorna per lavoro non la dovrà pagare, gli autisti dei pullman turistici e gli accompagnatori non la dovranno pagare, gli studenti di qualsiasi ordine e grado non la dovranno pagare. Coloro che andranno a soggiornare all’albergo termale per curarsi invece la dovranno pagare.

«Per legge, le somme – dice ancora il sindaco – devono essere usate per migliorare e potenziare i servizi turistici e l’arredo urbano». Gli dà manforte l’assessore Ibba: «Ci prendiamo l’impegno di usare questi soldi per migliorare effettivamente i servizi», afferma. D’accordo anche la minoranza, il cui consenso si esprime tramite le parole del consigliere Roberto Caddeo, che premette già che il loro voto sarà a favore: «L’avevamo proposta noi e quindi siamo completamente d’accordo. Il problema dei piccoli Comuni come il nostro è che non ci sono risorse, ma i riconoscimenti di Bandiera Arancione, di Herity e gli altri che ha il paese non devono rimanere solo sulla carta». Ci tiene anche a precisare che «Non è un’imposta fatta solo per fare cassa», ed anzi chiede di «Relazionare annualmente ciò che si è fatto con i soldi di questa tassa».
Conclude il vicesindaco Ercole Melis: «I tempi sono maturi perché venga istituita la tassa di soggiorno. Noi ci impegniamo fin d’ora affinché il contributo venga restituito in servizi e risorse». Mettendo l’accento sulla parola “contributo”.
Diversi albergatori storcono il naso dubbiosi. Vedremo. Il regolamento potrà ancora essere soggetto a modifiche a seguito di alcuni emendamenti proposti dai due capigruppo.
Manuela Corona
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