di Mauro Marino
____________________________________________
Come tutti sappiamo quest’anno, purtroppo, l’inflazione sta viaggiando a ritmi che non si vedevano in Italia da quasi 40 anni. L’ Istituto Nazionale di Statistica ha certificato infatti che nel mese di settembre 2022 l’inflazione è crescita dell’8,9% su base annua rispetto all’anno precedente che è un dato che non si verificava dall’agosto del 1982.
Ovviamente un’alta inflazione comporta notevoli effetti negativi in primis sui redditi delle persone che vedono il potere d’acquisto diminuire e maggiori difficoltà di arrivare alla fine del mese.
Altri effetti negativi sono quelli causati dalla difficoltà di esportazione delle merci dal momento che i prodotti nazionali sono meno competitivi a danno delle importazioni che diventano più convenienti.
In soccorso dei pensionati, che sono la categoria più fragile e quella che sta scontando più pesantemente gli effetti della crisi, esiste la “perequazione” degli assegni previdenziali che è l’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
La norma prevede che tutti i trattamenti previdenziali siano “perequati “ma non tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà cioè dalla fascia di reddito in cui ogni pensionato è collocato.
Per cui si avrà il 100 % di recupero dell’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (515,58 €) quindi fino a 2.062,32 € lordi mensili;
il 90 % di recupero dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo cioè tra 2.062,32 € e 2.577,90 € lordi mensili;
ed infine il 75% del recupero dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo, vale a dire per le pensioni che sono oltre i 2.577,90 € lordi mensili.
A causa dell’eccezionale aumento del costo della vita dovuto principalmente agli effetti della guerra russo/ucraina che da determinato un’inflazione che sta viaggiando oltre l’8% il Governo per venire incontro ai pensionati, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti si è optato per una riduzione del cuneo fiscale per importi fino a 2.692 € lordi mensili, con il decreto Aiuti bis ha autorizzato per le pensioni fino a 2.692 € lorde mensili un anticipo già in novembre del conguaglio della perequazione dell’anno 2021 che normalmente viene effettuato a gennaio dell’anno successivo e che è dello 0,2%. Infatti, il dato finale dell’’inflazione dell’anno 2021 è stato dell1,9% annuo mentre è stato pagato solamente l’1,7%. Inoltre, sempre per chi ha una pensione fino a 2.692 € lordi il Governo per i mesi di ottobre, novembre, dicembre più la tredicesima ha autorizzato un anticipo sull’inflazione complessiva prevista nell’anno 2022. Infine, per tutti i pensionati anche per gli assegni superiori a 2.692 € lordi mensili scatta l’anticipo a novembre dello 02% (differenza tra 1,7% pagato e 1,9% effettivo).
Ma, in pratica, quanto vale un aumento del 2% sulla pensione che la maggior parte dei pensionati percepirà per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022?
Per le pensioni di 1.000 € lordi mensili l’aumento sarà di 20 € lordi mensili in più
Per le pensioni di 1.500 € lordi mensili l’aumento sarà di 30 € lordi mensili in più
Per le pensioni di 2.000 € lordi mensili l’aumento sarà di 40 € lordi mensili in più.
A gennaio del 2023 poi dovrà essere fatto il saldo dell’aumento dell’inflazione. Se questa risulterà, ipotizziamo, dell’8% ai pensionati dovrà essere corrisposto il rimanente 6% per i redditi fino a 2.692 € lordi mensili e l’8% per gli altri, sempre ovviamente con la regola del 100% fino a 4 volte il minimo, il 90% tra quattro e cinque volte il minimo, il 75% oltre cinque volte il trattamento minimo.
Facendo degli esempi ipotizzando un’inflazione all’8% chi ha avuto l’acconto del 2% avrà:
Per le pensioni di 1.000 € lordi mensili l’aumento sarà di 60 € lordi mensili in più
Per le pensioni di 1.500 € lordi mensili l’aumento sdarà di 90 € lordi mensili in più
Per le pensioni di 2.000 € lordi mensili l’aumento sarà di 120 € lordi mensili in più
Per le pensioni di 2.800 € lordi mensili che non hanno usufruito dell’acconto l’aumento sarà di 168 € lordi mensili in più.
Ovviamente a questi importi, essendo lordi, vanno applicate le ritenute IRPEF nonché le add.li regionali e com.li previste.
Non sono cifre stratosferiche, ma, almeno, compensano in parte, l’eccezionale aumento dell’inflazione che si è avuta nel 2022 e che tutti ci auguriamo possa essere un episodio isolato e non ricorrente.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento