di Carlo Fadda
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A fine di febbraio nei locali del Centro Culturale Giovanni Lilliu, si sono incontrate alcune Università italiane per discutere di archeologia, il modello Barumini tra sinergia, formazione e crescita per il futuro. Su iniziativa dell’Università degli studi di Cagliari e del suo rettore Francesco Mola, una delegazione di decine di rettori di importanti Università della Penisola, si è svolta una giornata di confronto e condivisione all’insegna dell’archeologia e della formazione di eccellenza. Con l’obiettivo di conoscere da vicino una delle realtà più importanti del panorama archeologico internazionale, e confrontarsi anche con la Fondazione Barumini Sistema Cultura rappresentata dal presidente Emanuele Lilliu, con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e Provincia di Oristano, con la soprintendente Monica Stochino e Gianfranca Salis, e Michele Zucca sindaco di Barumini.
La scelta di incontro/confronto nel Comune della Marmilla, non è certo casuale: proprio qui infatti, ha preso il via il primo corso di laurea in Conservazione e Restauro dell’Università di Cagliari. Un percorso formativo unico, che consente ai primi 16 studenti, di specializzarsi lavorando direttamente su reperti locali.
Un’esperienza straordinaria che si svolge nel prestigioso sito Unesco de Su Nuraxi e nel Polo museale di Casa Zapata con Nuraxi ‘e Cresia, dove sono ripresi gli scavi archeologici. Barumini può vantare un modello innovativo, che è ormai riconosciuto a livello internazionale, come esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni, università e territorio.
«È stata una giornata importante, che dimostra quanto sia fondamentale il dialogo tra università e territori. L’Università di Cagliari con il rettore Francesco Mola, ha avuto il merito di aprire una finestra di grande prestigio su una realtà come Barumini, che pur essendo un piccolo centro, è ormai un punto di riferimento internazionale per l’archeologia e la conservazione del patrimonio», ha sottolineato Emanuele Lilliu. Infatti, questo è un esempio virtuoso di collaborazione tra diversi importanti enti, che hanno unito le competenze e risorse, per creare un progetto unico, che non solo forma giovani professionisti altamente qualificati, ma contribuisce anche a rafforzare l’attrattività del territorio, generando nuove opportunità di sviluppo e occupazione.
Anche per il rettore dell’Università di Cagliari: «È stata un’importante occasione di confronto e condivisione con i rettori di diverse università italiane, un’esperienza di grande valore per il mondo accademico. Dimostra quanto sia importante lavorare insieme per sviluppare un sistema integrato legato all’archeologia». Tra l’altro, si è registrato un grande interesse da parte dei partecipanti, di creare un vero e proprio Erasmus italiano dedicato all’archeologia, che consentirebbe agli studenti di vivere periodi di scambio culturale e formativo grazie a esperienze dirette sul campo.
L’intensa giornata si è conclusa con la visita al nuraghe Su Nuraxi patrimonio mondiale Unesco dal 1997 e il laboratorio di restauro, per osservare da vicino il lavoro degli studenti e comprendere il funzionamento di un percorso di studi così innovativo. Molto soddisfatti i dirigenti della Fondazione Barumini Sistema Cultura, sempre impegnati a nuove sfide, progetti e iniziative, per un 2025 ricco di nuove opportunità per Barumini, la Marmilla e l’intera Sardegna.
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