di Carlo Fadda
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Sotto il segno delle bellezze storiche, dell’archeologia, divulgazione scientifica e cultura, sabato 3 febbraio al Centro culturale Giovanni Lilliu è stata inaugurata la mostra “La magia degli amuleti, Sardegna e Umbria vicine o lontane? Collezionismo e archeologia”, che grazie a questi ritrovamenti ripercorre la vicinanza tra l’Isola e la Regione del centro Italia.
L’obiettivo della mostra è quello di far conoscere ai visitatori, i materiali sardi presenti e custoditi all’interno del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, e della Soprintendenza della stessa Regione. L’importante iniziativa è nata grazie al progetto della Fondazione Barumini Sistema Cultura, in collaborazione Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria e la Soprintendenza Archeologica e Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari, e le Province di Oristano e Sud Sardegna. La mostra si è concretizzata grazie al sostegno del Comune di Barumini, della Soprintendenza e della direzione regionale dei Musei dell’Umbria, l’Antiquarium Arborense e la Biblioteca Universitaria di Cagliari.
L’allestimento curato da Caterina Lilliu, Andreina Ghiani, Gianfranca Salis, Tiziana Caponi, Dorica Manconi e Fulvia Lo Schiavo, porta il visitatore ad ammirare materiali antichi di diverse tipologie tra archeologia nuragica, amuleti e all’importante collezione di Giuseppe Bellucci (archeologo e studioso di spicco perugino dell’800), che tra l’altro scambiava la corrispondenza con il Canonico Spano. Nelle varie sezioni in esposizione, oltre ai materiali nuragici e alle raccolte di tipo collezionistico, uno spazio dedicato dalla Soprintendenza di Cagliari e Oristano sui reperti nuragici diffusi nel Mediterraneo, a mostrare proprio la vicinanza tra la Sardegna e l’Umbria, grazie a questi ritrovamenti.
“La mostra rappresenta un altro tassello fondamentale all’interno del nostro progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico sardo. In sintonia con la nostra apertura al Mediterraneo, ci inseriamo in un sistema di connessioni, unendo realtà distanti legate da una storia comune e dalla ricca eredità di antiche civiltà – afferma Emanuele Lilliu presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura – Offriamo quindi uno sguardo sulle nostre radici storiche e artistiche al pubblico sardo, nazionale e internazionale”. Alla presentazione della mostra, moderata dal giornalista Francesco Birocchi, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria Tiziana Caponi, ha voluto rimarcare “l’importanza di questo tipo di collaborazioni che arricchiscono le nostre realtà”.
Mentre Gianfranca Salis della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio sottolinea che: “Barumini è portatore della civiltà nuragica nel mondo con il riconoscimento Unesco de Su Nuraxi nel 1997, rappresenta un avamposto per la conoscenza della nostra civiltà nuragica nella comunità internazionale. L’augurio è quello di poter consolidare una collaborazione strutturata con l’Umbria e altre realtà culturali”.
Sarà questa, un’importante vetrina nazionale per divulgare il patrimonio storico, archeologico, culturale e ambientale dell’intera Sardegna e una parte della Penisola italiana. Inoltre, un’ulteriore attrazione per le decine di migliaia di turisti che hanno ripreso a visitare il nuraghe Su Nuraxi, il Polo museale di Casa Zapata con Nuraxi ‘e Cresia e le mostre stabili e itineranti del Centro culturale Giovanni Lilliu. Questo è turismo culturale che genera sviluppo, ricadute economiche e occupazionali nell’intero territorio. Soddisfazione tra i dirigenti della Fondazione Barumini che gestisce i monumenti archeologici, storici e culturali del paese della Marmilla famoso ormai nel mondo intero.
La mostra è visitabile tutti i giorni sino al prossimo 20 giugno, dalle 9 alle 17.
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