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Sport

Battista Zurru, leggenda del tiro a volo

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di Anna Luisa Garau

«Il tutto inizia per gioco nel lontano 1955», ricorda Battista Zurru, leggenda del tiro a volo della Sardegna. Ottanta anni compiuti lo scorso  settembre. «Il  29 agosto del 1955, in occasione della festa di San Giovanni, il signor Eugenio Cavalli di Guspini portò in paese la macchina lancia piattelli, che fu posizionata negli attuali giardinetti di via  Nuoro, allora in aperta campagna».
Battista Zurru nasce a Pabillonis, dove tuttora risiede, ha al suo attivo 170 trofei vinti e 200 medaglie, forse  più,   d’oro e d’argento. Grande è l’emozione che  traspare dai suoi occhi nel parlare del suo vissuto agonistico, di cui è solito raccontare ai familiari e alle nipotine non tanto per elencare  le sue vittorie ma per trasmettere la passione e il piacere uno sport, in  particolare il tiro al volo, che ritiene una delle discipline più difficili agonisticamente. Colpire un bersaglio da una determinata distanza con un fucile a canna liscia ci vuole un allenamento costante, convinzione e pazienza.
Battista Zurru ha vinto venti campionati e il Coni gli ha conferito la medaglia d’oro per i suoi meriti sportivi. In tantissimi ricordano la sua bravura, il suo stile mai eguagliato che ancora oggi riesce a mettere in campo nonostante l’età: la grinta, la passione risultano  essere  le   stesse  di inizio attività, anzi arricchite dall’esperienza maturata negli anni. «Concentrazione, equilibrio, una vita sana senza stravizi con una giusta alimentazione e  tanti sacrifici che alla vigilia di una gara erano  e sono indispensabili per raggiungere risultati ottimali», sottolinea Zurru, «Il tiro a volo  meriterebbe  maggiore attenzione e visibilità da parte degli organi preposti in modo da costituire una valida alternativa sportiva per i giovani». Dal 3 al 5 maggio, nel campo di Sardara, si è svolta la gara “Fogolar Friulau”, che ha visto protagonisti tiratori della Sardegna e del Friuli e Battista Zurru si è classificato primo nella categoria master. Ancora una volta ha messo in campo pazienza, concentrazione e bravura; quelle stesse qualità espresse nel suo lavoro di panettiere nel panificio che ha gestito per tantissimi anni a dimostrare che  l’impegno nello sport nulla toglie al lavoro se il tutto viene gestito con professionalità e accuratezza.  Ora la gestione del  panificio è  passata ai figli Elisabetta e  Danilo, anche loro amano andare a sparare al tiro al piattello e chissà che un giorno non possano eguagliare il padre o perlomeno avvicinarsi a certi  traguardi.  D’altronde hanno al loro fianco un grande maestro da cui elargire saggi consigli.

 

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
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