«Quando Gonnosfanadiga venne bombardata avevo sei anni, era una bellissima giornata di sole e mi trovavo all’asilo. Per fortuna, dopo il pranzo, la maestra ci fece rientrare dal cortile. Dopo pochi minuti una bomba cadde proprio nel posto in cui mi trovavo con altri trecento bambini». Così Barbara Diana, 82 anni di Gonnosfanadiga, maestra e catechista, ha raccontato a Villacidro, con la voce rotta dall’emozione, con gli occhi e la delicatezza di una bambina, l’orrore della guerra e del bombardamento del 17 febbraio 1943 ai bambini delle classi quarte e quinte della primaria, ai ragazzi delle classi prime della scuola media “Satta” dell’istituto comprensivo Statale 2 “Giuseppe Dessì” e agli studenti del liceo classico Piga di Villacidro.
Un racconto intenso e carico di emozione che è stato inserito nelle tante attività del progetto “La Memoria nello Spazio e nel Tempo. Per non dimenticare” che è stato elaborato in occasione della Giornata della Memoria. Tutti gli studenti, insieme ai loro genitori, alle maestre hanno vissuto un’intensa mattinata che ha visto come protagonisti i bambini, le loro maestre (a partire dalla dinamica Rosaria Martis), gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado, la dirigente scolastica Giuliana Orrù, la sindaca Marta Cabriolu, il vicesindaco Giovanni Spano.
Con la sua testimonianza, Barbara Diana, accompagnata a Villacidro dal cronista e appassionato di storia Francesco Zurru, ha concluso le numerose attività del progetto “La Memoria nello Spazio e nel Tempo. Per non dimenticare”. Durante la manifestazione, che si è svolta nella palestra della scuola di via Cavour, gli alunni hanno illustrato i lavori svolti sul tema, una mostra fotografica e si sono esibiti in alcune azione sceniche e canti incentrati sulla tragedia della Shoah e sulla necessità di mantenere vivi i valori di umanità e pace.
In particolare i bambini hanno raccolto le testimonianze dei nonni della casa di riposo comunale mentre una docente ha letto un commento del nipote del maresciallo Cabriolu Puddu di Villacidro deceduto a Dachau. Gli alunni delle classi quarte hanno presentato una drammatizzazione partendo dalla lettura di due racconti sulla deportazione di bambini ebrei e si sono esibiti nei canti “La pace si può, e Volerà la pace”. Gli alunni delle classi quinte hanno cantato “Girotondo” di Fabrizio De Andrè e poi tutti insieme “Gam Gam” e “Life is beatiful that way”.
I bambini della quinta A del plesso di via Tirso hanno parlato della loro esperienza e hanno presentato il risultato del loro lavoro, leggendo anche un brano tratto dal libro di Vittorio Monni “Da Monte Omo al Carso”. Negli spazi della scuola sono state allestite diverse mostre partendo dalle opere di Giuseppe Dessì e una bellissima mostra fotografica con immagini in bianco e nero del campo di sterminio di Auschwitz del fotografo di Gonnosfanadiga Matteo Liscia che anni fa si è recato in questo luogo della memoria con la propria nonna.
Barbara Diana si è rivolta ai bambini e ai loro genitori con parole semplici ed infine ha lasciato un messaggio che ha scaldato i cuori di tutti i presenti: «Bambini, se volete che non ci siano più guerre anche in futuro dovete coltivare ogni giorno la pace». I bambini sono la speranza del nostro mondo e hanno diritto ad un futuro di pace come hanno ricordato la sindaca Marta Cabriolu e la dirigente scolastica Giuliana Orrù: «Queste attività – rimarca – sono di fondamentale importanza. Praticare la memoria e conoscere quanto accaduto, anche vicino a noi, è la migliore difesa immunitaria che possiam».
Tutti insieme per un mondo migliore partendo dalle nuove generazioni ed in particolare i bambini che hanno capito come la pace sia un grande valore da coltivare ogni giorno. Il mondo degli adulti dovrebbe prendere come esempio i più piccoli, spesso vittime innocenti di costose e inutili guerre.
Gian Luigi Pittau
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