di Marcello Atzeni
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Settecento spettatori, ovvero tutto esaurito per il concerto di Max Gazzè, ieri al teatro Massimo di Cagliari e oggi si replica. Uno spettacolo coinvolgente quello del cantante nato a Roma da genitori siciliani. Gazzè, da oramai una decina d’anni ha raggiunto il pieno della sua maturità artistica. A dire il vero l’aveva raggiunta già da vent’anni, ma stranamente, né pubblico, né critica avevano capito il suo percorso.
Ieri, in circa due ore di concerto, oltre venti i brani in scaletta, ha riproposto vecchi e nuovi successi, oltre ad aver presentato una canzone inedita, “Che c’è di male”, che farà da traino per l’albu, “ Amor fabulas”, in uscita la primavera prossima .
Alto, capelli mancanti neanche uno, sale sul palco accompagnato dalla sua band. Gazzè, bassista straordinario, conta su un repertorio molto vasto e un pubblico fedele altrettanto vasto.
Su il sipario con “Che c’è di male”, ascoltata per la prima volta, ma, ovviamente da riascoltare. Passano una dietro l’altra, “Considerando”, “Preferisco così”, e altre ancora, sino ad arrivare al primo acuto, “Vento d’estate”, che gli diede grande notorietà, quando la lanciò in compagnia dell’amico Niccolò Fabi.
Si arriva poi a “Mentre dormi”, inno d’amore che fa parte della colonna sonora di “Basilicata coast to coast”, film del 2010, nel quale il cantante partecipa anche come uno degli interpreti principali.
“Siamo come siamo”, è un invito a comprendere e a comprendersi. Poi, si scivola a “Il solito sesso”, brano presentato a Sanremo, che ebbe un discreto successo. Molti dei brani di Max Gazzè, meglio i testi sono scritti da suo fratello Francesco, dall’ironia sopraffina. Deliziosa “Cara Valentina”, ancora meglio “ La favola di Adamo ed Eva”, con la quale invita i commercianti di notizie false ad andare a quel paese. Il concerto si chiuderebbe con “Atmos”, ma in realtà si chiude solo dopo il bis, con ben quattro pezzi che portano una meravigliosa allegria collettiva dentro il teatro Massimo: “ Ti sembra normale”, “ La vita com’è”, “ Sotto casa” e “ Una musica può fare”, ovvero i suoi brani che più lo rappresentano. Si finisce in trionfo e Gazzè va a cena in ritardo, perché si ferma a parlare con tutti: strette di mano, autografi e quant’altro. Grande sul palco, ancora più grande fuori. Non si può non amare un artista come lui.
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