di Antonio Obinu
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Con il rientro domenica 4 maggio nella sua chiesetta di Stampace, anche quest’anno la città di Cagliari ha sciolto il voto al suo al suo Santo guerriero.
La processione, seguendo un percorso di devozione, fede e tradizione che non si è interrotto neppure durante gli eventi bellici che distrussero Cagliari nel 1943, era iniziata come da consuetudine il 1 maggio diretta alla spiaggia di Nora, luogo del martirio.
Il simulacro del Santo è stato accompagnato da 2800 devoti vestiti con i costumi tradizionali seguiti da 80 suonatori di launeddas, 32 gruppi di cavalieri, 56 miliziani e 4 binomi dell’esercito. Ancora 17 “traccas”, i caratteristici carri trainati con i buoi; le donne e gli uomini dell’Arciconfraternita del Gonfalone e l’Alter Nos, figura che rappresenta sia il potere civile che quello religioso. È il rappresentate del comune di Cagliari e viene individuato direttamente dal sindaco; quest’anno il prestigioso ruolo è stato ricoperto dalla consigliera comunale Marzia Cilloccu, la terza donna a ricoprire questo prestigioso ruolo nella storia della festa di sant’Efisio.
A questi numeri vanno aggiunte le migliaia di devoti e turisti, circa centomila le presenze stimate nella sola giornata del primo maggio, che hanno seguito il percorso del Santo nel suo pellegrinaggio.
Il rientro in tarda serata ha regalato emozione e partecipazione alle tantissime persone che hanno seguito il Santo nel suo percorso cittadino a testimonianza della devozione della città di Cagliari e di tutta l’isola nei confronti di un Santo al quale, quotidianamente nella sua “casa” di Stampace, credenti e non si recano ad omaggiarlo o a chiedere un aiuto perché in difficoltà personali o di salute.
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