di Marcello Atzeni
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Tim Davis ha un nome che risuona, anzi che riverbera. E i suoi riverberi, per estensione, finiscono su foto che scatta come se la sua macchina fosse una colt. Già, una di quelle pistole a tamburo con le quali non puoi permetterti di sbagliare un colpo. Andate alla Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari, per vedere “Hallucinations”, straordinaria mostra fotografica curata da Marco Delogu, nell’ambito di AR/S- Arte condivisa in Sardegna. Sessanta scatti in cui Davis vede cose che non aveva mai visto. Le cattura e ce le restituisce con il suo sguardo visionario. La foto che è stata usata per promuovere “Hallucinations”, è quella di un uomo in mare.
Non un migrante ma un raro, anzi unico nuotatore in un gurgite vasto a metà. In mezza tovaglia liquida, la stessa acqua ha colori diversamente profondi. Così ammiri il corpo, ma la testa, appena sotto il pelo acqueo scompare. Chi è il nuotatore? Uno di noi che si tuffa per vedere cosa c’è sotto e non vedere più, almeno sin quando trattiene il respiro, il caos che domina la crosta terrestre.
Davis, 53 anni, americano di Blantre, Malawi, è un artista visivo, musicista e poeta che abita a Tivoli, New York. E abitare nella grande mela è sempre un gran privilegio, soprattutto se sei un artista. Le sue opere sono esposte nei più prestigiosi musei del mondo tra cui “Whitney Museum american” di New York; “Tate Modern”, Londra; Museo Macro, Roma. Gira in Sardegna per il tempo necessario per consentirgli di conoscere usi e costumi, abusi e facce in disuso, muri da imbrattare, bocche da baciare e bocche cucite.
Nei pannelli presenti alla Fondazione di Sardegna, immagini di Cagliari, di paesi dell’interno, porti, volti, pietre, tutto ciò che può essere riconducibile alla nostra isola. Davis e la Sardegna, si incontrano grazie al progetto della Fondazione di Sardegna “The photo solstice”. Successivamente a questa esperienza in Barbagia, è seguito un periodo di residenza e produzione fotografica sull’isola, nell’ambito del progetto” Commissione Sardegna”.
La mostra è stata inaugurata il 16 dicembre alla presenza del curatore Marco Delogu, Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna, Federica Campana, manager culturale, Bachisio Bandinu, scrittore e antropologo. Il dibattito è stato moderato da Franco Carta, responsabile del progetto AR/S- Arte condivisa in Sardegna. La mostra, che sta riscuotendo un grosso successo, potrà essere visitata sino al 31 marzo, dal lunedì al sabato, dalle dieci alle venti. Ingresso gratuito.
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