di Antonio Corona
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Si ritiene quanto mai significativo riproporre all’attenzione la figura emblematica e importante di Giovanni Battista Tuveri, collinese per nascita ma figlio della terra di Sardegna. Un personaggio che non merita di essere messo nel dimenticatoio, anche se saltuariamente se ne fa memoria in convegni ed eventi vari.
Il suo pensiero, la sua opera complessiva, i suoi scritti giornalistici pubblicati in vari giornali nei quali vengono affrontate le tematiche in quel momento più cogenti per la nostra terra, meriterebbe ben altra attenzione ancor oggi. Andando a scavare e ad approfondire il suo sentire e le sue riflessioni ci rendiamo conto dell’attualità del suo pensiero orientato sempre e prima di tutto dall’amore per la sua terra, e all’amore per l’uomo tenuto in uno stato di subordinazione al potere. Tante tematiche non hanno trovato allora soluzioni e si ripropongono con forza ancor oggi. Riprendiamo da “Governo e comuni della Sardegna” una sua constatazione che ne attesta l’attualità “È forse da imputare ai Consigli (comunali), se dovendo farsi un’opera, la spesa che occorrerebbe per la medesima riesce alora insufficiente alle tante mangerie preliminari che si richiedono?”
Un uomo mite è stato definito Giovanni Battista Tuveri, onesto, non interessato al potere e al prestigio personale e quindi non allineato, al di fuori da compromessi di piccola bottega ma autorevole. Un bell’esempio anche per il nostro tempo. Non certo sottomesso al potere e sempre contro corrente.
Fissato nelle suoi scritti rimane il suo sentire e le sue riflessioni, oggetto per alcuni di dissenso ma per altri di condivisione e stima. E proprio a dimostrazione della stima che i contemporanei nutrivano per l’uomo e per l’intellettuale, ci restano segni tangibili, fissati nella pietra e nel marmo Di recente è stata fatta memoria del solitario pensatore collinese nel 130° anniversario dalla morte, evento promosso dall’ Amministrazione comunale con la partecipazione di eminenti personalità. In quella occasione venne fatta richiesta al Comune di Cagliari di poter avere la stele collocata nel cimitero di Bonaria neppure ad un anno dopo la morte del Tuveri. Un ulteriore segno è la lapide sepolcrale collocata ai piedi della scalinata di ingresso al cimitero di Collinas con un bella epigrafe dettata dal prof. Serafino Soro a cura del Circolo Letterario.
Un ulteriore segno di gratitudine e di stima nei confronti del filosofo, giornalista e parlamentare al Parlamento Subalpino, è la stele collocata nello spazio di fronte a quella che fu la casa di Giovanni Battista Tuveri, oggi sede del municipio. Il circolo giovanile studentesco cagliaritano titolato al Tuveri operava fin dal 1892, appena quattro anni dopo la sua morte che suscitò grande cordoglio come i giornali di allora titolavano. Attingo queste notizie sulla stele di Collinas dalle note del giornalista Gian Franco Murtas.
Il giornale “Avvenire di Sardegna” riportava una nota della nipote del filosofo, la quale testimoniava che lo zio Giovanni Battista Tuveri venne a mancare nell’atto di servire la cena alla famiglia come era solito. Con una mano teneva la candela e con l’altra serviva la zuppa al figlio Carmine. All’improvviso stramazzò a terra e pur tentando di rialzarsi non vi riuscì e cosi morì. Erano le 19,35 dell’8 dicembre 1887.
Per il monumento di Collinas paese natale del Tuveri, ci fu una mobilitazione generale come del resto era avvenuto per la stele di Bonaria. Tra le proposte si optò per un medaglione che raffigurava il Tuveri, in marmo bianco e in bassorilievo da collocarsi nel 1895 nello spazio antistante la sua casa dove ancora abitavano la vedova Francesca Diana (Donna Cicita) ed i figli Carmine e Maria Angela dei sette che aveva avuto.
Si raccolsero un centinaio di offerte e l’Unione Sarda riportava tutti i nomi dei donatori, la cui offerta partiva da 10 centesimi a due lire. L’onorevole Pais Serra, garibaldino, offrì 20 lire, l’Arcivescovo di Cagliari 10 lire, il leader Enrico Sanjust 5 lire. Da Cagliari la sottoscrizione si era allargata alle varie zone interne. Tantissimi i paesi (almeno 34) oltre Collinas, che parteciparono alla sottoscrizione. Tutti per onorare il mite uomo di studi mai disposto e per alcun motivo a rinunciare ai suoi principi. La cerimonia si svolse il 1 aprile 1895. Gruppi e singole persone arrivarono da Cagliari e da tutta la provincia. Nell’occasione venne praticato dalle ferrovie uno sconto del 50%. sul biglietto ferroviario. Il viaggio si concludeva a San Gavino. Per arrivare a Collinas si dovette ricorrere ai mezzi di trasporto di quel periodo. Giunsero a Collinas anche rappresentanti di Istituzioni, circoli, società, autorità municipali e deputati. Tra gli altri parteciparono i giovani del Circolo Tuveri di Cagliari, una delegazione della società operaia di Cagliari, una rappresentanza del circolo universitario, un gruppo di iscritti alla società ciclista del capoluogo, una rappresentanza del sindacato maestri e autorità politiche a diversi livelli.
Ed è in tal modo che l’uomo e l’intellettuale Giovanni Battista Tuveri venne onorato nel suo paese di nascita con un medaglione marmoreo che lo ritraeva, incastonato su un macigno di pietra cavato da una delle numerose cave disseminate nel territorio collinese. Stele che venne posta proprio di fronte alla sua casa che sarebbe diventata caseggiato municipale. Municipio che lo stesso Giovanni Battista Tuveri ebbe modo di guidare come sindaco dal marzo 1860 al 1863. Ed è dovuta all’Amministrazione guidata dal Tuveri la delibera consiliare per il cambiamento del nome, ottenuto con decreto reale del 13 dicembre 1863. Da questa data il nome del paese non è più Forru ma Collinas.
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