Redazione
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È stata costituita l’associazione Italiana sul DBR. Il DBR, acronimo che sta per Deep Brain
Reorienting, è una tecnica terapeutica ideata da Frank Corrigan, psichiatra scozzese di fama mondiale che esercita la sua professione di psicoterapeuta presso il “Trauma Psychotherapy Scotland “a Glasgow. Come evidenzia ormai la letteratura scientifica il trauma psicologico sperimentato durante l’infanzia è in grado di lasciare degli strascichi importanti nelle fasi successive della vita, manifestandosi in molti disordini psicopatologici.
Come sostiene Bessel van der Kolk “il corpo mantiene le tracce” (“the body keeps the scores”) delle esperienze traumatiche a distanza di tempo, anche quando la mente non può ricordare nulla di quello che è successo tanti anni prima.
Nel panorama scientifico internazionale diversi interventi/tecniche hanno mostrato la loro efficacia con questi disturbi complessi. Per esempio, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitazion and Reprocessing) ha ormai delle evidenze importanti per il trattamento dei disturbi trauma correlati ed è stata introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle linee guida per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico.
Oltre ad eventi specifici, episodi traumatici che sfortunatamente si ripetono nella storia individuale e a cui si può accedere con la memoria episodica, esistono stati psicofisici caratterizzati da una sofferenza molto forte non riconducibile a qualcosa di specifico, ovvero non collocabile nel tempo perché non definibile.
Si tratta di esperienze di vita relazionali caratterizzate da emozioni negative. In questi casi le figure di accudimento possono a loro volta vivere varie problematiche (un esempio spesso trascurato è quello dei lutti non risolti o le conseguenze emotive di un aborto) che in qualche modo le rendono emotivamente indisponibili e condizionano la sintonizzazione con il bambino.
Nei casi in cui altri fattori protettivi, che sfortunatamente non riescono a tamponare gli effetti di trascuratezza emotiva, si può andare incontro a quello che in letteratura è stato definito come trauma di attaccamento.
In un articolo di McLaughlin et al. Del 2017 si afferma “L’assenza di una figura di accudimento che fornisca protezione dai danni e regoli l’attivazione fisiologica rappresenta un fattore di stress pervasivo che può produrre cambiamenti duraturi nella regolazione delle emozioni (…) nelle capacità cognitive, nell’apprendimento associativo e implicito, nelle abilità linguistiche e nelle funzioni esecutive, così come nello sviluppo della corteccia e della sostanza bianca del cervello”.
La trascuratezza emotiva ha quindi delle conseguenze importanti sullo sviluppo del bambino. Come sostiene il presidente in carica dell’Associazione DBR Italia Emanuele Pasquali “il Deep Brain Reorienting può dare un enorme contributo clinico per la cura di quei disturbi psicopatologici che alla base hanno storie di attaccamento traumatico”.
Nel dicembre 2018 il dottor Frank Corrigan illustra per la prima volta il DBR a Edimburgo. Al primo corso di formazione su questa nuova tecnica sono presenti una ventina di terapeuti del Regno Unito, tutti incuriositi dalla procedura e motivati nel capire meglio qualcosa che inizialmente risuona come particolare. Tra loro c’è anche Costanzo Frau, psicologo-psicoterapeuta interessato da diversi anni alla psicoterapia dei disturbi dissociativi complessi
Il DBR come tecnica può lavorare a un livello più profondo liberando le tracce somatiche collegate al trauma che sono rimaste bloccate nel cervello.
«Le prime evidenze scientifiche di questo intervento», afferma Costanzo Frau, «arrivano da uno studio condotto in Canada su pazienti con un disturbo da stress post-traumatico che hanno mostrato una remissione della sintomatologia rispetto al gruppo in lista di attesa dopo otto sedute di trattamento. Servono ancora molte altre evidenze ma il DBR sembra aggiungere un tassello molto importante alla cura delle sindromi post-traumatiche e i traumi d’attaccamento».
Dopo uno scambio scientifico proficuo, il gruppo italiano DBR inizialmente composto da Costanzo Frau, Emanuele Pasquali e Paola Bertulli ha reso possibile la formazione dei primi terapeuti italiani DBR. Attualmente la formazione DBR è guidata a livello internazionale da due collaboratori di Corrigan con l’interfaccia di tre referenti del gruppo nazionale che lavorano tra Cagliari e Sanluri. La neonata associazione DBR Italia è composta da Emanuele Pasquali, senior clinical psychologist a Manchester, Costanzo Frau, psicologo-psicoterapeuta PhD Researcher presso la Manchester Metropolitan University (MMU), Paola Bertulli psicologa-psicoterapeuta esperta nel trattamento dei disturbi di personalità e dissociativi, Manuel Sedda psicologo-psicoterapeuta e sessuologo Clinico e Roberta Spiga psicologa clinico e guiderà l’associazione per i prossimi quattro anni.
L’associazione ha il compito di “promuovere lo sviluppo e la diffusione del metodo DBR in Italia, mirando a ridurre la sofferenza legata ai traumi. Ha l’obiettivo di mantenere e promuovere standard di eccellenza nella pratica clinica, nella ricerca e nella formazione sul DBR; di collaborare con altre organizzazioni e istituti per definire standard comuni di eccellenza a livello europeo”.
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