Un milione e mezzo di euro sono stati destinati dalla Regione agli aiuti per il comparto apistico. L’erogazione delle risorse saranno è prevista nel triennio 2018-2020 con una disposizione di 500 mila euro ad annualità. L’intervento punta al miglioramento strutturale delle aziende apicole sarde. Possono accedere al programma le piccole e medie imprese che abbiano una dimensione aziendale non inferiore a 25 alveari. Questo per la salvaguardia dell’ape italiana e delle api autoctone tipiche.
Massimali e intensità dell’aiuto. Il contributo massimo per azienda è di 25mila euro per le imprese singole mentre sale a 50 mila per quelle che si presentano in forma associata. L’intensità degli aiuti non può superare il 40 per cento dei costi ammissibili a contributo.
L’aliquota potrà raggiungere il 60 per cento per le aziende ricadenti in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici e per i giovani agricoltori o per gli agricoltori che si sono insediati nei cinque anni precedenti la data della presentazione della domanda di aiuto.
Spese ammissibili. Sono ammissibili a finanziamento le spese sostenute per acquisto di macchinari, arnie, mezzi di trasporto e attrezzature compresi mezzi di trasporto e attrezzature idonei alla movimentazione degli alveari. Sono inoltre ammissibili la realizzazione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture idonee a esercitare la propria attività. Nel caso di aziende che praticano il nomadismo, l’acquisto di arnie è riservato a quelle che posseggono almeno 50 alveari registrati in BDA (Banca Dati Apistica). Sono esclusi dagli aiuti: l’acquisto di alveari, pacchi d’api e api regine; l’acquisto di dotazioni usate; gli investimenti di mera sostituzione.
Dalla Regione un aiuto agli apicoltori

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