Quante volte davanti a un grosso ostacolo diciamo: “Non ce la faccio”. Una banale espressione che utilizziamo per convincerci ad arrenderci. A Daniela questa frase non piace e lo ha dimostrato in varie occasioni. Daniela Tocco, grande atleta serramannese, è follemente innamorata del suo lavoro che la porta a passare le giornate alla ricerca di soluzioni di crescita e motivazioni per i bambini e gli atleti che segue. «È importantissimo per me insegnare che, nonostante la fatica, tutto è possibile se si è pienamente consapevoli di se stessi e delle proprie capacità e limiti». Così spiega Daniela che ha respirato atletica sin dalla tenera età. Passo dopo passo, con tanta tenacia, si è costruita un curriculum che, nell’ambito dell’insegnamento, l’ha portata a ottenere diversi riconoscimenti e qualifiche di un certo valore. Ha insegnato nei diversi gradi scolastici, dall’infanzia alla secondaria, nelle palestre e nei campi sportivi. Ha donato tutto il suo sapere a bambini, adulti e anziani. Tutto sembra procedere per il meglio quando, un fatidico giorno, la sorte decide di farle lo sgambetto. Scopre di avere un tumore al seno. Affronta la malattia con forza e coraggio e alla fine di un lungo e faticoso percorso, vince la sua gara più importante, quella della vita. Una grande vittoria per lei, anche se si insinua la consapevolezza, sempre più evidente, che da quel momento non sarà più possibile praticare sport ad un certo livello. Oggi insegna educazione fisica, psicomotricità, ginnastica dolce, aerobica e step. Allena una squadra di atletica e, coadiuvata dalla coach Paola Morelli, è la preparatrice atletica dell’ASD C’è Chi Ciak, squadra di calcio a 5 di Serramanna che milita in serie C2.
I problemi di salute non hanno spento la voglia di correre e di mettersi alla prova, così Daniela, supportata dal Centro i Mulini di Cagliari, seguita dal dottor Busanca e dal suo staff, si è lanciata in una nuova grande sfida: partecipare alla mezza maratona di New York! Il 19 marzo 2017, Daniela ha realizzato il suo sogno.
Cosa significa per te correre?
Correre significa sacrificare, faticare, fare salite e discese. E’ una metafora della vita, una lotta continua per vincere. Ma vincere non significa arrivare primi, significa arrivare, con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, impegnandosi sempre per migliorarsi. Si corre per scaricare lo stress, per divertirsi o magari per dimagrire. Io corro per mettermi alla prova ed è fantastico scoprire che una volta raggiunti gli obiettivi desiderati, ce ne sono altri da raggiungere.
La mezza maratona di New York è una gara molto dura. È soddisfatta della sua prestazione?
Sono abbastanza soddisfatta. Considerando che ho trascorso il mese prima della gara senza potermi allenare a causa dei diversi problemi e infortuni, posso dire di avere raggiunto un traguardo importantissimo con me stessa. Ho affrontato ogni difficoltà con una testa e un corpo che mi hanno dato tanti problemi. Sono orgogliosa di quanto fatto.
Cosa le è rimasto di questa esperienza?
Mi rimangono tantissimi momenti, tante emozioni e moltissimi pensieri. Era grande la preoccupazione di non riuscire a portare a termine la gara, deludendo così le mie aspettative e quelle di chi ha creduto in me. Mi rimane la gioia di avere tagliato il traguardo tanto desiderato, anche se non come sperato. Mi rimane il ricordo dell’infinita tavolozza di colori, luci e suoni di una città che è molto diversa da quelle che siamo abituati a vedere. Mi rimane la spensieratezza di giornate passate in compagnia di persone vere, amici leali e disponibili. Mi rimane il rammarico delle cose non viste, nella consapevolezza che nell’incertezza del domani, chissà se si potrà ritornare a vederle.
Lo sport e la passione per la corsa, le sono state d’aiuto per sconfiggere il cancro?
A rispondere a questa domanda preferisco sia Paola, la mia amica e angelo custode. Un argomento che lei conosce bene, visto che ci sta facendo la sua tesi di laurea.
Giro subito la domanda a Paola Morelli, che si presenta con un Master in psicologia dello sport, istruttore federale Fidal, corso di laurea in metodi e tecniche delle interazioni educative. Attualmente laureanda in management dello sport e delle attività motorie.
Nel caso di Daniela, l’attività sportiva ha contribuito a rafforzarla fisicamente e psicologicamente, migliorando la funzionalità di tutti gli apparati e di conseguenza, la qualità della vita. Correre le è stato d’aiuto per contrastare le problematiche psicoemozionali connesse alla patologia: ansia, stress, atteggiamenti di rabbia, delusione, la perdita d’autostima e l’isolamento che spesso consegue a patologie così invasive. Lo sport le ha permesso di compiere un percorso introspettivo, atto al riequilibrio personale. Avere degli obiettivi da raggiungere è stato fondamentale per distogliere l’attenzione dalla paura di recidive sul proprio corpo.
Daniela, ci parli della manifestazione Solowomen Run?
La Solowomen Run è una manifestazione solidale al femminile il cui ricavato è interamente devoluto in beneficienza. Nel 2015 ho deciso di organizzare un gruppo chiamato Le palestrate di Dany per partecipare a questa iniziativa. Siamo arrivati alla terza edizione e ogni anno diventiamo sempre più numerose. Consiste in una passeggiata/corsa non competitiva di 5 Km per chi vuole divertirsi. Per le atlete più allenate invece c’è una gara podistica di 10 Km.
Passiamo ora ad un tasto dolente: la scissione della Polisportiva Atletica Serramanna. Cosa è successo?
Sono stata l’allenatrice storica dell’Atletica Serramanna sino a luglio 2016. Anche se non mi hanno mai permesso di apportare delle migliorie, che avrebbero permesso una crescita della società, insieme al vecchio gruppo dirigenziale, riuscivamo a tenere in piedi la baracca, ottenendo spesso ottimi risultati. Di punto in bianco sono stata esonerata, senza spiegazioni e senza confronti. Il mio posto è stato affidato ad un allenatore che praticamente non c’era mai e a seguire i ragazzi ci pensava la figlia di un dirigente e un altro ragazzino, entrambi senza alcun titolo per insegnare. A settembre dello scorso anno, un gruppo si stacca dall’Atletica Serramanna e crea nella società Gialeto un settore dedicato all’atletica. Nasce così l’Atletica Gialeto. Per attivarla hanno chiesto la mia presenza. Per loro ero fondamentale in quanto coscienti del fatto che avrei attirato molte persone. Così è stato! Grande entusiasmo ma poca collaborazione, condivisione e ascolto e anche in questo caso non c’è stato nessun rinnovo di collaborazione. Adesso la società si appresta ad affrontare una nuova stagione con un altro staff tecnico. Sono consapevole di non essere l’unica ad avere competenze in questo campo, ma sinceramente non riesco a capire cosa possa spingere una società che vuole crescere e svilupparsi, a non accettare la disponibilità di una persona che ha solo ed esclusivamente l’interesse di mettere a disposizione le sue competenze nel proprio paese. Ritengo sia uno spreco e se qui non c’è spazio per me, andrò altrove.
Lo sport dovrebbe unire e non separare. Con un po’ di dialogo in più si sarebbe potuto affrontare meglio il problema. Per correttezza invitiamo anche gli amici della Polisportiva Atletica Serramanna a dire la loro e auguriamo a tutti buon lavoro.
Cristian Sanna
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