RUBRICA

Destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra

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di Sandro Renato Garau
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Si potrebbe chiedere a molti italiani quali sono le caratteristiche delle forze che dicono di essere di destra, la di sinistra, di centro con relative varianti. Quali le loro ideologie?

Se torniamo indietro nel tempo, in Italia la divisione tra destra e sinistra esiste almeno dal 1861 anno dell’unità. La Destra Storica governerà sino al 1876. Chi rappresentava? La borghesia liberal-moderata, i grandi proprietari terrieri e industriali, assieme ai militari.

La Sinistra Storica entra in gioco nel 1876 e governerà sino alla 1896 circa. Ideologicamente erano dei liberal-progressisti, un po’ mazziniani, garibaldini e democratici quanto lo consentiva la società di allora. La differenza tra le due forze sino all’inizio dell’Età Giolittiana era netta, ma con la nascita dei movimenti sindacali e delle nuove formazioni politiche la situazione diventa più complessa.

Da quel 2 giugno 1946 abbiamo una Costituzione che orienta e sancisce diritti e doveri, peccato che destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, spesso, forse per distinguersi tra loro la interpretino in modo a dir poco originale.

Uno dei valori ai quali tende la Carta è quello della giustizia sociale.

Se accennassimo, per esempio, solo all’accoglienza dei molti poveri che vivono nei nostri paesi o semplicemente dei migranti, i distinguo tra le forze sarebbero più d’uno. Destra, sinistra, centro e rispettivi centrodestra e centrosinistra hanno proposto negli anni ricette diverse tra loro e se uguali, sostenuto che fossero diverse, magari più urlate o esposte platealmente…. E i drammi hanno continuato a consumarsi nelle famiglie, nella solitudine, sui barconi o ai confini tra le nazioni.

Il Parlamento è delegato a fare le leggi ispirate a giustizia e solidarietà necessarie per la vita di un paese. Per esempio: le tasse che ciascuno deve pagare secondo la sua capacità contributiva, il diritto ad un’equa retribuzione e un lavoro regolare.

Quale forza politica può sostenere che non bisogna pagare le tasse e non assicurare ai lavoratori un’equa retribuzione? Nessuna! Qualche forza sostiene che bisogna pagarne meno, certo, ma bisogna pagare. Altre sostengono che la ricchezza deve essere redistribuita in modo equo. Se si avesse coscienza che non pagare le tasse, in linea di principio, è un furto nei confronti delle comunità nella quale si vive, tutto sarebbe più chiaro.

Pretendere che a ogni assunzione corrisponda un contratto di lavoro, regolare, con garanzie è un lusso o una questione di giustizia? È anche banale scrivere che chi lavora è donna o uomo che ha una dignità e deve essere rispettato.

La sensazione è che le eccezioni siano diventate regola e che l’emergenza, ci sia o non ci sia, è sempre dichiarata a seconda della parte politica che deve usarla come grimaldello per scardinare le posizioni dell’avversario politico.

Un altro fenomeno che sta prendendo piede tra le forze parlamentari è il “cambio di casacca”. A oggi, circa 276 deputati eletti nei partiti nel 2018 hanno cambiato partito o sono confluiti nel Gruppo Misto.

La domanda si fa ancora più complessa: “Quali partiti, numericamente significativi, rappresentano la destra? Quali il centrodestra? Quali il centrosinistra? Quali la sinistra?”

F.d.I. è a destra assieme alla Lega o la Lega è centrodestra assieme a Forza Italia? Parte dei 5 Stelle pare guardi a centrodestra e parte verso il centrosinistra? Il P.D. è centrosinistra? LEU è a sinistra? I partiti che hanno accolto i deputati e senatori che si spostavano devono aver fatto il ragionamento che fu di Agostino De Pretis quando diede il via a quello che verrà ricordato come ‘Trasformismo’, nel momento in cui dichiara il superamento delle differenze ideologiche della Destra e della Sinistra risorgimentali «Non si può respingere qualcuno di un altro schieramento se costui vuole entrare nelle nostre file e, accettando il mio modesto programma, vuole trasformarsi in progressista». (Stradelle 8.10.1882)

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