di Antonio Obinu
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Nel panorama degli scrittori sardi, in particolare tra coloro che si cimentano nello scrivere e raccontare poesie, segnaliamo l’ultimo lavoro di Giampaolo Atzori “Di fronte allo specchio, poesie 2014-2019”. Originario di Iglesias, studia al Liceo Classico e laurea in Giurisprudenza ma con la passione per la scrittura.
Abbiamo incontrato l’autore al margine di una manifestazione di presentazione del suo ultimo lavoro.
Può raccontarci quando ha iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere da studente quando a scuola affrontavamo l’evoluzione della lingua italiana confrontandoci con un sonetto di Petrarca. Non ricordo esattamente come è successo ma nei giorni seguenti mi sono cimentato a scrivere una poesia “Hanno tentato”, dove parlavo del conflitto tra l’Occidente ed i paesi colonizzati. Scrivere era diventato un modo per esplorare la realtà. In seguito ho cercato di perfezionami ma non ho mai ritenuto essenziale, per esempio, la ricerca della rima a tutti i costi.
Le soddisfazioni arrivarono quasi subito?
Nel 1980, appena due anni dopo che scoprii la mia passione per la poesia, partecipai con successo al Premio Ciro Coppola per lo studente italiano (Casamicciola Terme, Napoli).
Mi piace ricordare anche l’ultimo riconoscimento del 2019, Premio speciale per la Poesia Edita al Concorso Internazionale Firenze Capitale d’Europa.
Il suo primo libro?
Il mio primo libro è una raccolta pubblicata nel 1996, “Sono morti gli eroi”, che è anche il titolo di una poesia dove parlo di coloro che credevano in un futuro diverso da quello che poi è stato effettivamente. “Gli eroi non hanno un mantello, ma siamo noi che tutti i giorni ci confrontiamo con le difficoltà che la vita ci mette difronte quotidianamente”.
L’ultima pubblicazione è di settembre 2023 “Di fronte allo specchio”, raccolta di poesie dal 2014 al 2021.
Quali argomenti tratta in quest’ultimo lavoro?
I temi affrontati riflettono le mie considerazioni sull’attualità che viviamo. All’inizio, apparentemente, quasi in ordine sparso per poi assumere la forma di un diario privato annottando data e ora della composizione.
È stato facile trovare editori che hanno creduto nel suo progetto?
Nelle precedenti esperienze ho trovato la collaborazione di alcune case editrici: poche vendite e diritti d’autore che non hanno dato grossi risultati.
Per quest’ultima produzione ho sfruttato il Self-Publishing, quasi con nessuna spesa, perché ho pubblicato utilizzando il supporto offerto dalle piattaforme che si trovano nel web. In questo caso sei tu che ti occupi della formattazione e impaginazione del testo, sino alla scelta della copertina. Sei sempre tu a stabilirne il prezzo. Se utilizzi i loro spazi per distribuire in maniera più capillare il libro, allora il margine di guadagno si riduce ma resta comunque vantaggioso.
La vera soddisfazione sta soprattutto nella pubblicazione del proprio lavoro.
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