Villacidro: “Paese d’ombre?” Questo il tema dell’assemblea dibattito organizzata per il 10 luglio alle 19 nel palazzo vescovile di via Vittorio Emanuele 15. Un incontro dal tema delicato e quanto mai attuale per una profonda riflessione della comunità. Tante le questioni che animano le piazze del paese e quelle dei social, a partire dalla microcriminalità con una ventina di auto bruciate in poco più di un anno, tra cui quella della sindaca Marta Cabriolu, vittima di due attentati incendiari alla sua autovettura in appena 8 mesi. Poi ci sono i furti nelle abitazioni e nelle attività commerciali. Episodi che mettono in ansia le famiglie del paese. La sindaca nel mirino di chi le ha dedicato scritte e ingiurie. Un attacco alle istituzioni legato forse a doppio filo con la polemica nata su più fronti contro la motivazione della menzione del Premio Ambrosoli conferita a Cabriolu per il suo impegno «nel contrasto ai poteri occulti e agli interessi personali forti di carattere mafioso presenti nel territorio». Ma è bastata una parola: mafioso per etichettare un paese e scatenare il finimondo con la minoranza che chiede una posizione forte contro un’offesa che colpisce il paese e la comunità.
Tutti d’accordo sul clima difficile che si respira in paese ma il salto alla mafia è un passo che nessuno può accettare, da qui la richiesta di scuse ufficiali avanzata dalla minoranza nei confronti degli organizzatori del premio. In mezzo al polverone mediatico e alle critiche che piovono da tutte le parti e alle parole della sindaca che ribadisce di “non essere stata informata prima delle motivazioni del premio”, c’è la gente amareggiata per la situazione nel paese sempre meno luminoso e sempre più pieno d’ombre. Da qui la voglia di reagire, condannando intanto gli attacchi vili che non portano a nessuna crescita e fomentano solo odio. Secondo il centro culturale d’alta formazione è arrivato il momento di aprire le porte al dialogo. «I recenti fatti ci lasciano perplessi e pensosi», ammette il direttore del centro don Angelo Pittau, «Discutiamone e uniti nella buona volontà facciamo tutti qualcosa per il bene comune. Regaliamo fiducia».
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