Si prospettano non pochi disagi per la chiusura di due ambulatori medici di Sardara. Stando alle normative, molti cittadini dovrebbero, anche solo per una semplice ricetta medica, spostarsi a Pabillonis o a San Gavino. Questo perché il paese appartiene “all’Ambito 1.5 Sardara – Pabillonis – San Gavino” del “Distretto sociosanitario” di Guspini. Detto in modo semplice, è come se, per quanto riguarda l’organizzazione “medici di famiglia”, i tre paesi fossero uno solo. La chiusura di due studi medici, di cui uno con il massimale di pazienti (1500 pazienti over 14) costringerà numerosi utenti a scegliere nuovi medici che potrebbero non esercitare a Sardara.
Questa mattina il sindaco ha inviato una comunicazione alle varie sedi Asl di competenza, nella quale si legge: «La chiusura di due ambulatori costituisce oggettivamente motivo di disagio pertanto Vi chiediamo di porre in essere tutte le strategie e soluzioni che Voi ritenete più opportune affinché i nostri concittadini non siano penalizzati dall’assenza dei medici, costringendo un gran numero di utenti a spostamenti nei comuni limitrofi. Si ricorda inoltre che l’unico medico di base operante a Sardara, a partire dal mese di ottobre 2015, ha quasi raggiunto il massimale di pazienti affidati. Vi chiediamo inoltre di modificare la programmazione delle sedi carenti (pubblicazione 2° semestre 2012) che attualmente prevede n. 2 posti nell’ambito 1.5 con obbligo di apertura a San Gavino Monreale prevedendone l’apertura di n. 1 posto a Sardara».
Il primo cittadino fa inoltre presente che il Comune sarebbe disponibile a cedere eventualmente i locali della guardia medica per i medici del “Ambito” che avrebbero intenzione di usarla.
Il paese ha circa 4.100 abitanti di cui 900 che hanno più di 65 anni e 447 che ne hanno più di 75, molti di essi con serie difficoltà di mobilitazione. Specialmente per loro, un medico fuori dai confini del paese, rappresenterebbe un grave problema. In paese la questione è già diventata discussione popolare: «Chi sa se i cervelloni delle Asl pensano a quanti disagi creano certe disposizioni, specie a noi anziani – dice una signora che ha voluto mantenere l’anonimato – Come si può dover andare, alla nostra età, fuori paese per una visita o una ricetta. Nel mio caso dovrei chiedere ad altri di accompagnarmi. Non va bene».
Saimen Piroddi
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