“S’Antigu” è una struttura ricettiva in stile campidanese che, circa due anni fa, i proprietari hanno deciso di chiudere; una storia abbastanza comune in un territorio soffocato dalla crisi dove sempre più spesso tante aziende non riescono ad andare avanti. L’attività ha avuto inizio nel 2001 per volere della famiglia Carta di Lunamatrona: due vecchie case confinanti e fatiscenti site nella via principale del paese vennero trasformate in struttura ricettiva con la denominazione di “affittacamere” ovvero in un piccolo albergo di dodici posti che, soprattutto nei suoi primi sei/sette anni di esistenza, ha lavorato a pieno ritmo. «È successo quindi che, con l’inizio della crisi, il numero degli ospiti è andato via via calando – spiega Debora Carta, una delle due figlie della famiglia Carta e colei che d’ora in avanti gestirà la struttura insieme a Fabio Acquas – Questo motivo ci ha portato a decidere di chiudere l’attività nel 2016». La struttura è una classica casa campidanese con il loggiato tipico e presenta tante peculiarità nel suo arredamento; fra le particolarità degne di nota anche la presenza, nel proprio giardino, di un albero di arance secolare che, confermano i proprietari, ogni anno produce con regolarità degli ottimi frutti.
«Quest’anno Fabio e io – continua Debora Carta – abbiamo deciso di riaprire l’edificio trasformando la denominazione da “affittacamere” a “bed and breakfast”: il numero dei posti disponibili per coloro che desidereranno alloggiarvi sarà pertanto ridotto, quindi non più dodici, ma al massimo sei. Così facendo potremmo ridurre i costi di gestione e avere più spazio per dedicarmi agli studi universitari che non ho ancora concluso. Per promuovere la riapertura ci stiamo attivando in diversi modi, ma soprattutto utilizzeremo i canali via web. Speriamo che la nostra scommessa possa essere vincente». Fra i motivi che, oltre alla crisi, hanno comportato la chiusura della struttura ricettiva vi è stata anche la scomparsa della madre di Debora Carta, avvenuta poco meno di due anni fa: «Mia madre – conclude la ragazza – è stata, oltre che l’ideatrice de S’Antigu, anche colei che la gestiva in prima persona. Era appassionata di cucina e molto professionale nel proprio lavoro; anche per questi motivi, non di rado, è capitato che tanti clienti siano poi tornati ad alloggiare altre volte. Fra i motivi che mi hanno indotto a riprendere in mano la situazione vi è quindi anche una sorta di “dovere morale” nei confronti di mia madre, visto che lei teneva tantissimo a quest’attività che, sino a quando le è stato possibile, ha sempre portato avanti con tanta dedizione e passione».
Simone Muscas
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