A farne le spese sono i più deboli e i minori in particolare
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di Gian Luigi Pittau
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È ormai diventata un’emergenza e ci sono più di cento tra bambini e adolescenti che attendono l’accertamento delle invalidità nella Asl del Medio Campidano: i numeri salgono a più di settemila domande se si contano tutte le pratiche arretrate presentate alla Asl anche un anno e mezzo fa.
Il problema per i minori è molto grave come denuncia con forza il sindacalista Gianni Spiga, componente della segreteria della Flc Cgil Sardegna Sud Occidentale: «A farne le spese sono i più deboli e i minori in particolare. Senza l’ottenimento di questa certificazione ai bambini non viene dato il docente di sostegno in classe, figura indispensabile per una integrazione e inclusione nel contesto scolastico. In più ora che le lezioni sono iniziate gli organici del personale dei diversi istituti scolastici vengono definiti in base alle richieste presentate e questi alunni rimarranno senza un’assistenza specialistica: è un fatto gravissimo per una situazione che va avanti da troppo tempo. Ci sono famiglie disperate che non hanno nessuna possibilità economica di pagare queste figure e di fatto viene negato il diritto alla pubblica istruzione sancito dalla nostra Costituzione».
PRATICHE ARRETRATE
Questa situazione di disagio con le pratiche arretrate ha accumulato forti ritardi e lo hanno denunciato con forza e a più riprese i sindacati confederali per voce dei loro segretari provinciali (Franco Bardi per la Cgil, Loredana Zuddas per la Cisl e Guido Sarritzu per la Uil) e Giampaolo Mascia, segretario provinciale del sindacato Fials: «Come organizzazioni sindacali abbiamo denunciato il forte ritardo nell’esame e rilascio delle certificazioni di invalidità da parte delle Commissioni mediche della ASL del Medio Campidano. Tutto questo ha portato a un grande disagio per tante famiglie con persone fragili, anziani, giovani e bambini che attendono risposta per il riconoscimento dell’invalidità civile, la legge 104 e i benefici da queste derivanti».
COMMISSIONI
Per mesi le commissioni della Asl del Medio Campidano sono rimaste inoperose e, anche adesso che la loro attività è ripresa, il problema è riesploso in tutta la sua drammaticità: «Solo dai dati presenti nei nostri Patronati – spiegano i sindacalisti Franco Bardi, Loredana Zuddas e Guido Saritzu – sono migliaia le pratiche giacenti senza risposta. Alcuni malati gravi nel frattempo sono deceduti senza sussidi a sostegno, mancano i permessi retribuiti per i familiari caregiver, gli ausili domiciliari per la gestione della malattia e per i bambini passano mesi importanti in attesa di essere inseriti in percorsi formativi ed educativi adeguati al loro sviluppo cognitivo. Tante risorse spese dalle famiglie in un territorio dove il reddito familiare è tra i più bassi d’Italia, dove le poche donne occupate sono spesso costrette ad abbandonare il lavoro per farsi carico della cura di familiari anziani o di figli disabili vista la carenza di servizi adeguati al bisogno delle famiglie. Sono situazioni di abbandono delle persone più deboli e fragili che riteniamo inconcepibili e inaccettabili soprattutto alla luce delle ingenti risorse destinate alla spesa sanitaria e sociale nella nostra Regione che devono avere quale obiettivo prioritario la presa in carico dei più deboli».
SITUAZIONE DRAMMATICA
Intanto la Asl del Medio Campidano assicura il proprio impegno, ricordando che si sta procedendo già da tempo con le chiamate delle pratiche in arretrato. Ma la situazione rimane drammatica come ricorda Caterina Cocco della segreteria della Cgil Sardegna Sud Occidentale: «Il problema delle commissioni mediche non è stato risolto neppure nell’ultimo incontro avuto con il direttore generale Giorgio Carboni alcune settimane fa. Ne sono state costituite alcune, ma l’arretrato è tanto e sono oltre 7000 le domande e i casi dei minori sono tantissimi. Nel frattempo abbiamo registrato tre decessi di persone che aveva richiesto l’invalidità civile: chiediamo alla Asl i dati precisi sul numero delle domande presentate e sui tempi di attesa. È urgente che la Regione intervenga mettendo delle risorse per far lavorare il personale fuori orario di servizio: mancano le risorse economiche per le commissioni mediche. Siamo pronti come sindacato a far presentare ricorso legale ai nostri assistiti».
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