Tra le principali competenze socio-emotive intra-personali definiamo l’indipendenza emotiva la “capacità di essere sicuri e fiduciosi in se stessi, indipendenti e autonomi non ricorrendo agli altri per soddisfare i propri bisogni emotivi”.
Questa competenza si modula nel tempo in base alle nostre esperienze emotive; è una capacità importante se ben gestita, evita infatti dipendenze affettive patologiche deleterie per la crescita emotiva personale e, anche nel caso di trattamento psicologico, è una sorta di punto d’arrivo del paziente per raccogliere i frutti del lavoro di sostegno; diventato indipendente dal professionista nel vivere le proprie emozioni presenti, andrà incontro al cambiamento, lasciandosi alle spalle ciò che è stato ieri (quindi rendendosi indipendente anche dalle azioni passate) e vivendo intensamente l’oggi, con fiducia e ottimismo. L’indipendenza dal passato è un processo facile per tanti, ma controverso per molti; è spesso riferita in studio la condizione angosciante di non sentirsi felice, di non riuscire a perdonarsi errori, fallimenti, scelte sbagliate proprie o altrui, emozioni negative che condizionano il presente, senza apparente fiducia nel futuro e senza poter godere nel presente perché in perenne rimuginìo mentale caratterizzati da momenti di sconforto, sensi di colpa, rabbia, tristezza, paura, disgusto, orgoglio, sorpresa o vergogna. Lo psicologo Paul Ekman, pioniere della teoria neuroculturale delle emozioni scoprì nei suoi studi che l’influenza sociale e culturale è orientata sulla felicità socio-emotiva collettiva, spesso a discapito della felicità del singolo: esempio pratico di questa teoria è che nel momento in cui una minoranza rappresenta una novità che mette in dubbio le norme emotive della maggioranza della popolazione, la prima reazione di quest’ultima è un motto di orgoglio e di difesa. A livello emotivo infatti la novità, il cambiamento e la crescita anziché suscitare gioia e entusiasmo, creano ansie per una quota incerta di rischio delle conseguenze future; l’indipendenza emotiva invece, ci permette di vivere questa felicità in modo libero e autonomo. Poter pensare e agire in modo indipendente è un obiettivo universale ma che richiede forza di volontà e fiducia in se stessi: la paura di deludere il gruppo di riferimento per noi importante, ci impedisce di effettuare scelte in autonomia; Darwin ci tramanda l’idea di sopravvivenza sia come selezione naturale, sia come risultato di protezione del gruppo verso i propri componenti dai predattori e la paura di essere esclusi è ancestrale.
Accettare se stessi e amarsi permette di rendersi impermeabili a critiche, giudizi, manipolazioni, gli indipendenti emotivi non temono di vivere le proprie emozioni positive con convinzione e speranza, per loro è positivo fare ciò che li rende felici fare, sia che segua le regole della nostra cultura appresa nel corso della nostra vita, sia che le sconvolga, consapevolmente.
Dott.ssa Alice Bandino
psicologa
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