Capita spesso navigando sui Social di imbattersi in post scritti con toni aggressivi e prepotenti celati dietro problematiche sociali, politiche, sportive o personali. Ma da dove nasce questo comportamento? A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 venne effettuato uno studio psicologico longitudinale ( cioè che effettua ripetute osservazioni dello stesso soggetto in un lungo periodo di tempo), su 870 bambini americani atto a indagare diversi atteggiamenti, tra cui l’effetto a lungo termine di genitori inadeguati soprattutto inerente alla trasmissione di emozioni negative e dell’aggressività. I bambini avevano 8 anni, vennero riosservati in adolescenza e poi nuovamente a trent’anni: tra questi, i bambini che già all’inizio erano stati reputati altamente prepotenti, erano gli stessi che abbandonarono anzitempo la scuola e che a trent’anni erano già da tempo segnati da crimini e violenza. Inoltre, tra loro, chi aveva già dei figli in età scolastica, sembravano essere stati capaci di trasmettere la prepotenza alla propria discendenza, dato evinto per la stessa propensione dei figli ad attuare comportamenti rissosi dei propri genitori alla loro età.
A parte l’ereditarietà, venne osservato che i soggetti prepotenti già a otto anni, se non rieducati per tempo, tendevano da adulti a trasformare la loro famiglia in una “scuola (definita dallo psicologo Daniel Goleman) di aggressività”. I bambini prepotenti avevano a differenza di quanto spesso si pensa, frequenti punizioni, soprattutto avevano ricevuto un’educazione severa ma spietata e arbitraria, in quanto non venivano puniti tanto per il loro comportamento, quanto in base allo stato emotivo dei genitori, genitori magari stressati, dediti all’utilizzo di sostanze, o con ansia, depressione, malattie psichiche non curate, tanto che lo stesso “sbaglio”compiuto dal bambino non veniva punito qualche tempo dopo, o comportamenti solitamente neutri o positivi venivano improvvisamente puniti senza logica o etica. A parte il momento delle punizioni i bambini non erano seguiti emotivamente dai genitori, spesso assenti, o comunque assorti nelle loro faccende; questo modello di genitore aggressivo veniva osservato e ricreato poi in classe e nella vita sociale dai figli e anche in età adulta in una circolo vizioso di apprendimento della violenza. Questo ai giorni nostri, significa che le persone non sempre sono prepotenti e aggressive come sembrano sui Social, semplicemente hanno imparato che l’unico modo di essere ascoltati è imporsi, il loro senso di impotenza, inutilità e sfiducia di un tempo, viene riversato online, insieme alla convinzione che le minacce e i complotti siano sempre in agguato e pronte a colpirci in qualsiasi momento. Non vuole essere una giustificazione alla violenza e alla prepotenza, ma vista in quest’ottica lo psicologo suggerisce che il comportamento prepotente dei bambini ha una sua logica, sia pur infelice e va affrontata professionalmente con intelligenza emotiva e empatia, affinchè non diventi uno spietato destino per il futuro emotivo del bambino.
Dott.ssa Alice Bandino
psicologa
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