di Renato Sechi
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Dopo un infortunio durato mesi, Fabio Aru ha percorso il Tour de France e la Vuelta in Spagna. Inutile nascondere che i tifosi si sarebbero aspettati una migliore sorte, ma il Cavaliere dei Quattro Mori ha voglia di riscatto e di dimostrare tutto il suo valore.
Fabio Aru avrà un anno di tempo per riscattarsi e, soprattutto, tornare quel corridore capace di salire per due anni di fila sul podio del Giro d’Italia nel 2014 e 2015. Non sarà semplice ricucire i rapporti con la dirigenza (di recente Giuseppe Saronni aveva pubblicamente preso le distanze dal corridore azzurro: “Ha voluto partecipare al Tour, ora alla Vuelta si vedono i risultati…“) e, a oggi, le percentuali che il rapporto prosegua appaiono risicate. Fabio Aru non sale sul podio di un grande giro dalla vittoria della Vuelta 2015. L’ultima top5 risale invece al Tour de France 2017. Da allora, complici infortuni, operazioni e note vicissitudini, è rimasto solo il ricordo del corridore che aveva infiammato l’Italia.
Nonostante i risultati latitino ormai da tempo, il Cavaliere dei Quattro Mori resta un pezzo corteggiatissimo del ciclomercato. Il triennale con la UAE Emirates scadrà il 31 dicembre 2020 e non è un mistero che difficilmente si arriverà a un rinnovo. I dirigenti arabi, che si attendevano ben altre prestazioni da parte del sardo, non sono disposti a continuare a sborsare i 3,2 milioni di euro l’anno che attualmente percepisce; inoltre la prorompente ascesa di Tadej Pogacar, che ha firmato un sontuoso adeguamento contrattuale fino al 2023, lascia intendere che sarà proprio lo sloveno la stella polare della squadra nel futuro a breve e medio termine.
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