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AGRICOLTURA & AMBIENTE

Fasi del percorso storico della mandorlicoltura a Baressa

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di Francesco Diana
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La notizia apparsa nel sito lagazzettadelmediocampidano.it il 26 febbraio scorso, riguardante il progetto “Il sentiero dei magnifici” con la passeggiata a Baressa tra i mandorli in fiore, mi offre l’opportunità d’inserirmi nel percorso storico che ha condotto alla definitiva valorizzazione del mandorlo a Baressa e dintorni, da decenni obiettivo delle rispettive amministrazioni comunali. Lo farò con cognizione di causa, avendo operato per oltre un decennio nel territorio del diciassettesimo Comprensorio come funzionario dell’Ente di Sviluppo in Sardegna, all’epoca in riferimento con compiti specifici demandati dalla neo costituita Sezione Speciale per la Pastorizia.

Agli inizi degli anni settanta, con l’emanazione della L.R. 39/73, la Regione Sardegna decise di individuare delle aree a prevalente indirizzo agro-pastorale sulle quali proporre l’attuazione dei processi produttivi più razionali, assumendo in proprio l’onere riguardante la realizzazione degli interventi infrastrutturali e supportando le aziende nell’individuazione dei processi produttivi da attuare per il definitivo assetto del settore. Per il XVII Organismo Comprensoriale, la scelta cadde sull’area nota come “Brabaxiana”, comprendente parte dei territori di Albagiara, Assolo, Escovedu, Usellus e Sant’Antonio Ruinas.  Con successiva L.R. 44/76, meglio nota come Riforma del settore agro-pastorale, si diede corso alla realizzazione degli interventi previsti a totale carico della Regione Sardegna, vincendo così la proverbiale diffidenza degli addetti del settore e favorendo i primi adeguamenti di competenza aziendale.

L’onda lunga provocata dai primi successi conseguiti nel settore agro-pastorale, provocò una forte reazione da parte delle popolazioni non interessate direttamente dall’intervento le quali, attraverso i propri rappresentanti in seno agli Organismi Comprensoriali, cominciarono a pretendere con insistenza l’esecuzione dei medesimi interventi anche in favore delle comunità da loro rappresentate, anche se in assenza di aree ben definite con la pastorizia settore trainante dell’agricoltura!

Valutata l’improponibilità dei medesimi interventi in aree non vocate, assumemmo autonomamente l’iniziativa di produrre uno studio di larga massima su tutto il diciassettesimo Comprensorio, teso a individuare, per aree omogenee, l’indirizzo produttivo prevalente e, sulla base del regime fondiario in atto, delle caratteristiche fisiche elementari dei terreni e della prevalente propensione degli addetti, proporre un piano di interventi specifici, tesi alla razionalizzazione dei processi produttivi in atto per il conseguimento delle finalità di mercato con livelli di reddito più remunerativi per gli addetti, per ciascuno dei settori individuati.

Lo studio compiuto consentì di individuare aree omogenee che, per le caratteristiche fisiche elementari dei terreni, le favorevoli condizioni climatiche e la particolare propensione degli addetti, potevano rappresentare l’ambiente ideale per determinate colture, tale da consigliarne l’incentivazione. Fra le aree individuate prevalsero quelle di Baressa e dintorni per la coltivazione del mandorlo, Mogoro, Usellus-Escovedu per la viticoltura. Riguardo a quanto esposto furono finanziate alcune prove sperimentali riguardanti l’adattamento di alcune cultivars di mandorlo a fioritura tardiva nell’areale di Baressa (Ferragnès-Filippo Ceo e altre) e due impianti viticoli nell’areale di Mogoro-Masullas, tesi a verificare la risposta produttiva del vitigno locale “Semidano” allevato con diversi sistemi di potatura rispetto a quelli tradizionali.

Il mio trasferimento ad altra sede per motivi professionali, non mi ha consentito di valutare le risultanze di tale attività. Tuttavia, indipendentemente dall’esito finale della suddetta sperimentazione, gli ultimi eventi gratificano quanti avevano ipotizzato l’importanza della coltura del mandorlo nell’areale di Baressa e dintorni, anche quando il mercato risultava invaso da prodotti d’importazione di provenienza nord americana. Complimenti agli operatori agricoli della zona i quali, anche nei periodo di crisi, non hanno smesso di credere nella coltivazione del mandorlo, prodotto trainante nell’economia locale.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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