di Fulvio Tocco
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Il cavallo, fin dall’età della pietra è stato oggetto delle raffigurazioni dell’uomo. Il Cavallo di Lascaux ne è un esempio: è apparso in pitture rupestri preistoriche che si stima abbiano circa 17.000 anni. Se nella storia i cavalli sono stati rappresentati spesso in battaglia, con in groppa un personaggio importante o anche per essere oggetto di studio come fecero Leonardo Da Vinci (1490) considerato uno dei pittori più talentuosi al mondo e George Stubbs, nato nel 1724 che era così legato ai suoi soggetti equestri da diventare noto come “il pittore dei cavalli”.
Applicò al cavallo un suo interesse infantile per l’anatomia al punto da trascorrere diciotto mesi a sezionare carcasse equine ed un incisore produsse un libro di lastre sui suoi studi. Questi disegni anatomici aiutarono gli artisti successivi. Nell’arte contemporanea sono stati raffigurati spesso singolarmente e da artisti assai noti. Nel mondo dell’arte, i grandi pittori hanno saputo esprimere la bellezza e la potenza dei cavalli attraverso opere che ancora oggi incantano appassionati di equitazione e amanti dell’arte. Da Stubbs a Bonheur, questi artisti hanno creato un legame intrinseco tra l’uomo e il cavallo, affascinando l’umanità da secoli. Quando si parla di cavalli dipinti nel secolo passato, si parla di De Chirico o di Aligi Sassu. Molti sono i pittori che con grande bravura hanno reso tributo all’animale più rappresentato nell’Arte: la grazia, l’eleganza, la potenza del cavallo ne fanno da sempre uno dei soggetti preferiti degli artisti, ma ci sono pittori che ne hanno valorizzato l’estetica al punto da distinguersi. Fra questi, Aligi Sassu, pittore dalle origini sarde, è stato uno dei più interessanti. Il suo stile è inconfondibile.
Nei giorni nostri non si parla a dovere di quel grande pittore del Medio Campidano, Fernando Marrocu. Per me è uno dei più grandi pittori viventi del cavallo. Di questo animale osservato nell’Altipiano della Giara, nei momenti di raccoglimento, è capace di leggerne il cuore. Come i cavalli di De Chirico i suoi, quelli di Marrocu, sono vibranti di vita; mossi dalla materia pittorica e dalla sua fantasia per averli conosciuti nel cortile di casa sin da piccolo, paiono animati da una energia inesauribile e in questo l’accosto a Eugène Delacroix, Mi è parso giusto fare queste sintetiche considerazioni sull’artista di San Gavino perché lo ritengo, senza dubbio, quello maggiormente “espressivo” di questo nobile animale. Se fossi un amministratore del comune di Villacidro lo chiamerei immediatamente per rendere più attraente l’ingresso dell’Ippodromo con un suo dipinto. Una decisione di questo genere ripagherebbe la disattenzione che noi sardi abbiamo avuto verso un pittore di alto valore per non averlo valorizzato come effettivamente merita.
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