Appuntamenti Arbus

Festa in onore della Vergine d’Itria, si rinnova una tradizione secolare

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di Gianni Vacca

Il prossimo 25 e 26 maggio Arbus festeggia la Vergine D’Itria meglio conosciuta come la Madonna D’Itria.  Sabato 25 sarà dedicato agli eventi civili, domenica 26 ai festeggiamenti religiosi che vedranno la Vergine D’Itria lasciare  la cappella posta all’interno della chiesa parrocchiale di San Sebastiano per essere accompagnata in processione verso la chiesetta campestre a lei dedicata distante un’ora di cammino dal paese.  E’ una festa di antichissima tradizione sicuramente secolare anche se viene  difficile stabilirne con certezza l’anno in cui ebbe inizio. Delle quattro grandi feste campestri che l’ex paese minerario festeggiava, è l’unica assieme a Sant’Antonio da Padova a essere sopravvissuta. Sant’Antioco e San Cosma e Damiano, infatti, per una serie di motivi, hanno cessato di essere venerati diversi decenni fa  non ultimo  il crollo della chiesetta campestre a loro dedicata. “La leggenda racconta che una statua della Madonna venne ritrovata all’interno di una cassa lungo la spiaggia di Piscinas; caricata su un carro, si decise di trasportarla in paese ma lungo il tragitto i buoi si fermarono e vani furono i tentativi di farli smuovere. Allorché si pensò a un segno divino e in quel luogo si decise per la costruzione di una chiesa in onore della Vergine Odegitria, da sempre invocata contro le invasioni moresche, vero flagello per le coste della Sardegna”… così Maurizio Serra in una sua guida di recente pubblicazione sulle chiese campestri della Sardegna… e ancora: “La storia racconta che all’interno della chiesa parrocchiale di San Sebastiano nel 1636 venne edificata la cappella dedicata alla Vergine nella quale è ancora oggi conservato lo splendido simulacro dedicato alla Vergine, mentre al 1650 risale il primo libro dei conti della chiesa rurale.
Da una relazione del 6 agosto 1761 si apprende che la chiesa , distante un’ora di cammino , non possedeva beni ed era sostenuta dall’omonima Confraternita che gestiva alcuni terreni ed un certo numero di vacche”. Da questi racconti, facile intuire il radicamento e quanto la festa della Madonna D’Itria sia sentita nelle popolazioni locali. La tradizione nei secoli è rimasta immutata. La statua della Vergine la prima domenica dopo Pentecoste, dopo la santa messa a  lei dedicata,  posta sul cocchio trainato da un gioco di buoi viene portata in processione  nella chiesetta campestre distante un’ora di cammino. La Vergine accompagnata dalla banda musicale, da numerosi gruppi folkloristici  e dai fedeli in preghiera lascia il paese attraverso un percorso dove esplode in tutta la sua bellezza la tradizionale “ramadura”.  Si rientra la sera stessa con una fiaccolata, al canto dei coggius e ancora accompagnata dalla banda musicale e i gruppi folkloristici. I festeggiamenti terminano con i tradizionali fuochi d’artificio cui segue il riposizionamento della Vergine nella sua dimora abituale e la santa messa. Il nuovo comitato recentemente costituitosi appare fortemente motivato e intenzionato alla completa valorizzazione di questa ricorrenza tra le più antiche dell’isola. Il nuovo comitato cercherà con l’aiuto e il sostegno della popolazione di migliorare e rafforzare quel cammino di fede e religiosità che caratterizza questa antica ricorrenza “Mariana” risalente al 1636. Il comitato tutto al femminile è così composto: Daniela Lampis Presidente, sua vice Marcella Carta e Giulia Carta, Vigetta Floris, Rosanna Lampis e Maria Luigia Ruggeri con l’incarico di consiglieri. La presidenza onoraria è stata conferita a Don Tarcisio Ortu. Il gruppo di lavoro è supportato nell’organizzazione degli eventi civili da Luciano Lampis con l’Associazione Culturale Folk Sant’Antonio, Antonio Luigi Floris e Giuseppe Putzolu.

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