di Gianni Vacca
La parte burocratica è stata ufficializzata giovedì 4 aprile con la “storica “ firma della convenzione tra i comuni di Arbus e Fluminimaggiore per la gestione di Capo Pecora. Queste le attività e i servizi che i due comuni intendono organizzare e gestire in modo associato: la predisposizione e la gestione dei bandi inerenti l’area Sic, la gestione della raccolta differenziata, il servizio di polizia locale e di sorveglianza ambientale. Queste le finalità che si vogliono perseguire: vigilanza e controllo delle strutture e delle aree comunali adibite a parcheggio, mantenimento del decoro delle aree sosta attraverso la raccolta quotidiana dei rifiuti, il posizionamento di cartelli informativi, la creazione di un info-point e la realizzazione dei “ticket box”. Hanno firmato per Arbus il sindaco Antonello Ecca, per Fluminimaggiore il primo cittadino Marco Corrias. Comune capofila sarà Fluminimaggiore al quale è stata riconosciuta la gestione diretta di quell’area. La durata della convenzione è stabilita in anni novantotto dalla data di stipula, non è consentito il recesso dalla convenzione nei primi dieci anni e in ogni caso devono essere rispettati alcuni obblighi di legge previsti nella convenzione stessa. Il lungo percorso che ha portato alla stipulazione di questa convenzione ebbe inizio nel lontano 2008 quando l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente riconobbe ai due comuni un finanziamento di 480.000 euro da destinare alla gestione dell’area Sic di Capo Pecora, sito che ricade nell’ambito territoriale dei due comuni. Il finanziamento di quella delicatissima porzione di territorio dalle enormi valenze naturalistiche e ambientali prevedeva: la sistemazione degli accessi al mare, la realizzazione di un’area parcheggio, la sistemazione del sentiero S’Acquabella, la sentieristica e ancora la sistemazione delle piste di Perda Arbas e S’Acquabella e il sistema informativo territoriale. A lavori in sostanza ultimati (manca solo l’utilizzo delle economie) ecco che si è reso immediatamente necessario come previsto dal piano di gestione individuare il soggetto gestore del “Sic Capo Pecora” in grado di offrire dopo i lavori di riqualificazione alcuni importanti servizi. Diverse erano le ipotesi al vaglio della conferenza dei servizi o la gestione unitaria dei due comuni riuniti in forma associativa o quella in forma singola, soluzione quest’ultima che i due comuni con voti espressi quasi all’unanimità hanno deciso di adottare.

Un precedente pericoloso
L’articolo 2 della convenzione, in modo particolare al comma 2, non lascia alcun dubbio: sarà il comune di Fluminimaggiore ad adottare tutti gli atti necessari per l’organizzazione, la programmazione e la gestione del servizio associato, con particolare riferimento alla partecipazione a bandi che interessano il Sic, la gestione di attività e servizi alla balneazione, le aree parcheggio e chioschi, sentieristica, gestione di vigilanza ambientale e del rispetto del codice della strada ecc. Tutte attività che dovrebbero garantire seppur stagionalmente qualche posto di lavoro. Sarà un bene o un male dal punto di vista economico per la comunità arburese dover rinunciare a questa seppur minima opportunità ? Sarà un bene o un male per l’immagine del comune di Arbus aver palesato con la firma della convenzione una certa insofferenza o impossibilità alla gestione diretta del suo enorme territorio e litorale? I dubbi (fortissimi) rimangono, fortemente evidenziati in consiglio comunale da Rosalba Onnis l’ex assessore con delega all’agricoltura e al turismo, oggi sui banchi dell’opposizione, l’unica a muovere qualche riserva, con voto contrario, sulla bontà dell’operazione. Il consigliere «rileva che l’idea pare buona ma che quella porzione di territorio arricchiva l’offerta turistica del comune di Arbus per cui il fatto di cederla a un altro comune risulta un’ammissione di disinteresse da parte del comune di Arbus». Un precedente pericoloso che potrebbe muovere rivendicazioni territoriali o anche di sola gestione per alcuni tratti di litorale in passato già oggetto di rivendicazioni da parte di comuni fortemente interessati a quelle aree.
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