
Lo sviluppo dei centri commerciali sta subendo un forte rallentamento in Italia. Il sopraggiungere di alcune variabili, mina la crescita delle strutture esistenti e di quelle in via di realizzazione.
IL CARO AFFITTI
Lo sviluppo dei centri commerciali risente sicuramente del caro affitti, e degli evidenti conflitti fra proprietà e inquilini.
A causa dell’inflazione gli inquilini non riescono a sostenere l’aumento Istat sugli affitti previsto dai contratti e il costo eccessivo viene indicato per il secondo semestre 2022 come spiegazione della chiusura di punti vendita nel 53% dei casi contro il 19% di inizio 2021.
I margini di guadagno delle attività esistenti all’interno dei centri commerciali sono fortemente ridotti. Inoltre è in atto una forte selezione degli operatori e le vetrine chiuse sono sempre più numerose.
In Italia ci sono 1.319 centri commerciali. Un mercato maturo dopo anni di crescita rapida. Entro l’anno 2025 sono in fase di sviluppo 13 nuovi progetti, rispetto ai 52 cantieri avviati nel 2019.
Gli esperti del settore ritengono che il mercato dei centri commerciali è un mercato maturo che ha provato a svecchiarsi con poco successo e che deve trovare nuove formule per tornare attrattivo.
IL CAMBIAMENTO DELLE ABITUDINI DEI CONSUMATORI
In realtà oggi buona parte dei centri commerciali risente del peso dei decenni e perde interesse, capacità attrattiva verso una clientela che ha poco tempo da dedicare agli acquisti. Di fatto, il tempo di permanenza all’interno dei centri commerciali nel 2022 si è ridotto a circa 60 minuti e le famiglie sono disposte a raggiungere le strutture qualora si trovino mediamente nel raggio di 22 minuti di auto a causa del caro carburante. La nota positiva è certamente la fedeltà dei clienti: circa i tre quarti sono abituali, fidelizzati mentre il 23% sono nuovi visitatori. Indirettamente una conferma però di come tanti centri commerciali non siano capaci di potenziare l’attrattività.
Altro aspetto che sta emergendo è che l’uscita dall’emergenza sanitaria per le problematiche derivanti dal COVID fa segnare trend positivi nelle vie dello shopping delle città. Ciò comporta che i grandi operatori stanno intraprendendo programmi di sviluppo nei loro negozi all’interno delle vie commerciali al fine di sfruttare proprie le modifiche negli atteggiamenti dei consumatori.
Si assiste, come è avvenuto negli ultimi decenni, a modifiche comportamentali da parte dei consumatori, le cui azioni sono poi determinanti nello stabilire quali forme di vendita possono primeggiare sui mercati.
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