di Gianni Vacca
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Funtanazza, permane lo status quo di una sbarra off limits verso il mare: la polemica non si placa e neppure le iniziative. La replica del Consigliere Comunale Agostino Pilia alle dichiarazioni del Sindaco Paolo Salis in Consiglio Comunale.
Dunque ancora un’interrogazione all’esame del Consiglio Comunale su Funtanazza simbolicamente – ma non solo, visto le enormi aspettative sulla riqualificazione del sito – madre di tutte le battaglie di un territorio e dei suoi abitanti fortemente e giustamente ancora legati nei ricordi e nelle aspettative all’epopea mineraria. Un breve flash back ci riporta all’interpellanza presentata dal Gruppo di minoranza Avanti Arbus, primo firmatario Agostino Pilia, che nel luglio scorso chiedeva chiarimenti sulla presenza di una sbarra che pur essendo posizionata all’interno di viabilità privata, in assenza di strada alternativa, di fatto impediva e tuttora impedisce l’accesso a quel tratto di litorale. Il botta e risposta tra il Sindaco Paolo Salis e il Consigliere Pilia nell’aula consiliare non ha modificato di una virgola lo status quo con la sbarra ancora “prepotentemente presente” a ostacolare l’accesso al mare. Una risposta quella rilasciata dal Sindaco Salis che non lascia affatto soddisfatto il consigliere Pilia, primo firmatario dell’interpellanza che così replica:

«Nella risposta all’interpellanza sulla sbarra che blocca la strada di accesso al litorale di Funtanazza- afferma il consigliere Pilia – il Sindaco afferma che “la sbarra era stata oggetto di atti vandalici e ripristinata nell’arco temporale di una giornata, da un artigiano locale su richiesta della proprietà”. Io, come tanti cittadini del territorio, sono un frequentatore abituale del compendio di Funtanazza e la sbarra risultava poggiata al suolo, arrugginita e divelta fin dal 1988, come potranno asserire tantissime persone. E’ risaputo che non si può chiudere con cancelli/sbarre/catene l’accesso al mare anche se la strada ha natura privata. L’accesso ad una spiaggia avviene sempre tramite una strada e come tale sottoposta al regolamento del codice della strada. Pertanto il codice della strada “vieta l’occupazione della strada pubblica e se si tratta di strada privata non si può vietare agli estranei l’accesso alla spiaggia pubblica”. Inoltre quando la spiaggia non è data in concessione ad uno stabilimento balneare, l’accesso e l’utilizzo del suolo in quanto pubblico, è aperto a tutti e ciò vale anche quando vi si accede da una strada privata. L’indignazione di molti frequentatori dei luoghi è giustificata dall’immobilismo degli amministratori, la sbarra è ancora posta a delimitare l’accesso alla spiaggia nel silenzio assordante di tanti, istituzioni in primis, ma anche tanti cittadini devono fare il mea culpa, accettare tutto supinamente è segno di arrendevolezza. Ai tanti vincoli presenti nel nostro territorio si aggiunge il vincolo Soru a Funtanazza. La sbarra chiusa, in caso d’incendio, oltre che costituire grave pericolo, impedisce il regolare deflusso delle persone attraverso l’unica via d’accesso presente e transitabile. Ultima annotazione, dopo il danno la beffa, per andarci nel periodo estivo si paga una sorta di tassa d’ingresso, senza nessun sevizio con l’immobile della ex colonia fatiscente con pericolo di collassare da un momento all’altro».

Dubbi e paure.
Assolutamente da scongiurare la completa privatizzazione di Funtanazza.
Ripristinare (soprattutto) a Funtanazza una libera e corretta circolazione con l’eliminazione di un anacronistico off-limits, significherebbe inoltre mettere in moto anche una forte azione preventiva e rivendicativa su un luogo di forte memoria storica per le popolazioni locali il cui transito non può essere, per mille motivi, precluso a nessuno: perché se il diritto d’accesso è fortemente limitato ora, che situazione si verrebbe a creare in un prossimo futuro se l’ex colonia marina destinata in passato ai figli dei minatori dovesse essere recuperata e trasformata in struttura ricettiva?
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