Gesturi, il ricordo ancora vivo di Luigi Busia a un anno dalla sua tragica scomparsa

di Simone Muscas

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È passato poco più di un anno dall’anniversario della morte di Luigi Busia, il quindicenne che a causa di un incidente perse tragicamente la vita lasciando sgomenta la comunità di Gesturi e tutta la Marmilla.
Era il 4 marzo 2020 quando il ragazzo, mentre si trovava in una strada rurale alla guida del trattore dell’azienda di famiglia, perse il controllo del mezzo finendo in una scarpata dove si ribaltò più volte. A nulla servì l’intervento dei soccorsi che, arrivati sul luogo, di lì a poco non poterono far altro che constatarne il decesso. Per la comunità di Gesturi, piccola realtà dove la socialità fra le persone caratterizza fortemente il tessuto sociale, fu una notizia sconvolgente. Luigi era infatti un ragazzo a cui tutti volevano bene: verso di lui non si sono fatte mancare le parole di stima e affetto, così come non è venuta meno la vicinanza che il paese ha riservato al papà Mario, alla madre Maria Laura e alla sorella Giuseppina.
«Proprio il giorno dopo dall’incidente – ricorda la mamma – sarebbe iniziata la quarantena. Pur in quella situazione surreale abbiamo ricevuto da parte dei nostri compaesani una solidarietà immensa». Il cuore oltre l’ostacolo: neanche un lockdown mondiale ha fermato il bisogno di mostrare gratitudine verso un giovane che alla comunità ha lasciato un bellissimo ricordo. La madre lo ricorda come se non fosse mai andato via: «La sua stanza è rimasta come l’ha lasciata l’ultima volta. – racconta – Mio marito e io, pur nel nostro dolore quotidiano, lo sentiamo però sempre vicino e siamo felici di sapere che è stato ed è stimato da tutti». Già, perché Luigi era un ragazzo particolare: determinato e scaltro come pochi, con innati i principi del rispetto e della generosità verso il prossimo, era improbabile vederlo portare imbronciato o rancoroso e si mostrava sempre affettuoso con tutti. La generosità, per chi lo ha conosciuto da vicino, era però la sua principale virtù.
E questa sua qualità la mostrava sia nella vita sia sui campi di calcio, dove lui è stato un bravo giocatore prima della Libertas Barumini e poi dell’Isili: «Era un centrocampista generoso come se ne vedono pochi. – Raccontano con orgoglio i suoi allenatori – Correva sempre come un forsennato, era un instancabile recuperatore di palloni sempre al servizio dei compagni di squadra». Perché lui era così: una persona determinata che amava affrontare le situazioni che la vita gli metteva di fronte. Anche il tragico episodio che lo ha segnato per sempre era in fondo figlio dalla sua indole, perché quel giorno stava facendo quello che lui sapeva fare meglio: essere parte attiva di una società dove lui non si rispecchiava certo con i principi dell’arrendevolezza: «Non passa giorno che mio marito e io non ripensiamo a quell’incidente, – racconta commossa mamma Maria Laura – ma il rimpianto per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, fa spazio alla riflessione che Luigi era una persona talmente curiosa e desiderosa di fare, che era impossibile mettere un freno alla sua voglia matta di imparare ogni giorno cose nuove dalla vita». Luigi è sì andato via, ma la sua energia continua ad aleggiare nella quotidianità di chi è rimasto: «Lo sentiamo ancora in mezzo a noi – dice mamma Maria Laura – e per quanto il dolore sia grande e difficile da affrontare, custodiamo gelosamente le sue virtù che nessun rimpianto per ciò che è stato e sarebbe potuto invece essere potrà mai portarci via».