Giacomo Paglietti, classe 1975, si è laureato a Sassari nel 2004 in Conservazione dei Beni Culturali. I suoi studi sono proseguiti con un dottorato di ricerca in archeologia a Roma nell’università “La Sapienza” discutendo nel 2011 una tesi sul materiale di dieci capanne del villaggio Su Nuraxi di Barumini. Nel 2012 ha conseguito la specializzazione in archeologia nell’università di Cagliari con discussione finale sullo studio archeometrico di alcune ceramiche dell’età del Bronzo medio”. Per alcuni anni è stato assegnista di ricerca nel Dipartimento di Storia, Beni culturali e territorio dell’università Cagliari e ha svolto diversi scavi sia nell’isola sia all’estero. È autore di numerosi articoli su riviste specializzate. Il 12 luglio, il sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis lo ha nominato direttore del Parco e Museo Archeologico “Genna Maria”.
Giacomo Paglietti presenta il museo partendo dalla “sezione tattile”, messa in atto dal precedente direttore del museo Mauro Perra: «È un’esposizione per ipovedenti della riproduzione fedele di manufatti archeologici presenti nel museo e appartenenti all’età nuragica e all’età classica. Questi manufatti, che hanno la dicitura in braille e cuffie per l’ascolto della lo descrizione, possono essere presi in mano per apprezzare la loro fattura, sentirne il peso e vedere i dettagli in modo ravvicinato essendo copie fedelissime agli originali». Il direttore, continuando il tour museale, illustra le varie sezioni : «Il museo, aperto il 18 dicembre 1982, nasce come museo comprensoriale della Marmilla-Valenza e ospita reperti dall’epoca neolitica all’alto medioevo. Le testimonianze archeologiche sono state ordinate dal curatore Ubaldo Badas con la consulenza scientifica di ricercatori di università italiane e straniere e della soprintendenze archeologiche della Sardegna e allestite dal personale tecnico della cooperativa Turismo in Marmilla, attuale gestore del museo e del parco. Al piano terra, dove è presente la sezione tattile sono esposti i manufatti rinvenuti negli scavi condotti da Ubaldo Badas nel settore nord-orientale del villaggio nuragico di Genna Maria sotto la direzione del professor Enrico Atzeni».
Nel piano superiore sono esposti i reperti archeologici provenienti da vari siti della Marmilla, secondo un percorso cronologico che va dal neolitico all’età medioevale, e il deposito votivo rinvenuto nel mastio del nuraghe Genna Maria, oltre alla sezione dedicata alla macinazione dall’età preistorica all’età romana, curata da Caterina Lilliu figlia del compianto Giovanni Lilliu, padre dell’archeologia sarda.Una sala del piano superiore è interamente dedicata al sito di Pinn’e Maiolu, situato nel centro abitato del paese di Villanovaforru. Si tratta di un grosso insediamento gravitante probabilmente ad un tempio a pozzo: gli scavi effettuati fin dal 1984 e a varie riprese portati avanti fino al 2000 hanno permesso di evidenziare un’interessante occupazione durante l’età nuragica e punico-romana. «Varrebbe sicuramente la pena – afferma Paglietti – riprendere le ricerche a Pinn’e Maiolu, lo scavo archeologico costituirebbe senz’altro un’attrattiva importante per tutta la comunità di Villanovaforru e per l’avanzamento della ricerca archeologica in Sardegna».
Quali i suoiprogetti futuri? «I miei obiettivi sono tre: comunicazione, didattica e ricerca. Comunicazione perché il museo deve innanzitutto raggiungere tutte le tipologie di visitatori, sia attraverso i social, ma soprattutto attraverso il suo apparato espositivo, ed è per questo che stiamo programmando un nuovo allestimento. Didattica perché è compito del museo trasmettere la conoscenza alle nuove generazioni ed è per questo che il laboratorio ospita da sempre scuole di tutto il territorio. Ricerca perché il museo ed il suo attrezzato laboratorio e foresteria hanno da sempre ospitato ricercatori italiani e stranieri, nel mese di ottobre avremo ospite la dottoressa Lena Marie Vitt del “Deutsches Archäologisches Institut” di Roma che studierà i materiali ceramici di età romana provenienti dal mastio del nuraghe di Genna Maria».
Claudio Castaldi
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