Si chiama Giada Angius, ha 28 anni e si occupa, per passione, di creare accessori decorativi per la persona e la casa che è possibile ammirare, anche senza richiederle l’amicizia, nella sua personale pagina Facebook. Da sempre appassionata delle tradizioni della nostra isola, l’abbiamo incontrata per conoscere meglio ciò di cui si occupa.
Come nasce questa sua passione?
Sin da piccola, con la mia famiglia, ho fatto parte del gruppo folkloristico di Villamar e questo mi ha avvicinato alla passione per la tradizione sarda. È stata in particolare mia madre, venuta a mancare alcuni anni fa, a trasmettermi la passione per i lavori manuali e creativi: si adoperava, fra le tante cose, soprattutto nella lavorazione della ceramica. Sono sempre stata molto curiosa verso ciò che creava; col tempo ne sono stata contagiata. Le mie prime realizzazioni sono state piccoli angeli, folletti, ranocchie eseguiti con amido di mais, vinavil e vasellina liquida.
Si è poi specializzata nella realizzazione di quali oggetti?
Soprattutto nella realizzazione di accessori per la persona e per la casa. Mi occupo di acquistare le minuterie per poi, attraverso una buona dose di creatività, assemblarle. Fra gli oggetti che più mi vengono richiesti vi è su “Kokku”.
Ci può spiegare cosa rappresenta quest’oggetto?
Su “kokku”, che può essere chiamato su “coccu” o anche sa “sabegia” è un amuleto anti-malocchio. Può essere realizzato utilizzando le pietre più varie, come l’ossidiana. La pietra, tonda, viene incastonata nella cosiddetta “prata”. Simboleggia l’occhio buono che si contrappone a quello cattivo attirandone lo sguardo; la sua funzione consiste nel proteggere chi ne è munito, spaccandosi al posto del cuore della persona affetta dal malocchio. Vi sono tre varianti: quella classica e più famosa di colore nero e quelle rosse e bianche che vengono regalate rispettivamente agli novelli sposi e alle persone single in cerca di un partner.
Cosa significa per lei praticare quest’attività?
Oltre che essere un bel passatempo, è anche un modo per scaricare lo stress che accumulo durante il lavoro e la quotidianità. Inoltre, la realizzazione di oggetti che nascondono un alone di mistero, qual è appunto su “coccu”, mi dà sensazioni particolari: penso spesso che noi tutti percepiamo una realtà che è soltanto una parte di un’altra più complessa.
Crede che questa sua passione possa in futuro diventare un lavoro?
Sarebbe bello, anche se, realisticamente, penso sia difficile. Capita di esporre i miei oggetti in eventi quali sagre, fiere o feste di paese di vario genere; sto però attenta a non farlo quando sono presenti altri hobbisti che realizzano manufatti simili ai miei. Spendermi in questa attività mi dà un gran senso di benessere e soddisfazione, oltre che la possibilità di dare un continuo a ciò che mia madre mi ha trasmesso sin da piccola. Dedicarmi a questa passione è anche un buon modo per sentirla vicino.
Simone Muscas
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