di Sandro Renato Garau
“Orizzonti di giustizia sociale. Passaggio a Nordest” questo il titolo della giornata con il quale Libera, il 21 marzo ricorderà le vittime delle mafie. In vista di questa giornata il 7 marzo all’I.I.S. “Volta” e all’I.I.S. “Buonarroti” di Guspini si è svolto un momento di Educazione alla Cittadinanza rivolto ad alunni e insegnanti. La giornata è inserita nei progetti che i due istituti portano avanti ormai da alcuni anni e hanno come obiettivo quello di contributo a migliorare la vita delle comunità scolastiche alla luce dei valori proposti dalla nostra Costituzione. Il primo momento svoltosi nei due Istituti ha preso in considerazione di l’educare alla legalità democratica e alla cittadinanza attiva contro tutti i tipi di soprusi provenienti da qualsiasi tipo di prepotenza.

La mattinata, prima al “Volta” e poi al “Buonarroti” Ha avuto come ospite Pino Tilocca, preside del Liceo classico “De Castro” di Oristano, che dal 2000 al 2005 è stato sindaco del piccolo comune di Burgos. Pino è stato un amministratore che ha pagato un prezzo altissimo per il suo impegno a servizio della sua comunità con l’assassinio del padre Bonifacio. Dopo le brevi presentazioni di rito Pino ha iniziato a parlare della sua esperienza e dei motivi che assieme a “Libera contro le mafie” lo spingono a testimoniare, quando si presenta l’occasione, i soprusi, l’omertà e la prepotenza di cui è stato vittime. Gli studenti si sono appassionati alla sua storia, che in qualche caso è stato anche racconto di storia di vita, di intimidazioni, di rapporti con lo stato che deve proteggerti e che non riesce a farlo al meglio. Dopo molte intimidazioni, bombe, atti di vandalismo e la profanazione della tomba della madre, non mancava che l’omicidio del padre. Pino ha raccontato agli studenti come si vive con la scorta e le risposte e non risposte che lo stato ha dato al suo caso, per il quale non è stato celebrato neanche il processo. Nonostante l’omicidio del padre ha voluto continuare a fare il sindaco per un anno e mezzo ancora, sino alla scadenza naturale del mandato amministrativo in un paese che lo aveva scelto come sindaco per cambiare. Ciò che ha colpito molti dei presenti è stato il fatto che non ha chinato la testa e non ha ceduto alle minacce. Ai giovani presenti ha raccomandato di non avere paura perché “chi è vittima di soprusi o minacce può andare a testa alta. Chi deve nascondersi sono coloro che hanno molto da temere, quelli che compiono azioni illegali”. Sollecitato sul tema della responsabilità dello stato in fatti come quelli capitati a lui, ha voluto ricordare che tutti abbiamo una responsabilità, se non nel denunciare certi fatti, perché a volte non è possibile, almeno nell’isolare coloro che si sa sono responsabili.
Ai giovani ha ripetuto il concetto già espresso a Narcomafie, nel numero di Luglio-Agosto 2008: “Il responsabile della morte di mio padre è l’intero paese di Burgos. Se quattro, cinque, sei persone hanno ucciso o pianificato il suo assassinio, ce ne sono almeno una cinquantina che sanno e che sapevano anche prima che succedesse. Ma nessuno ha voluto testimoniare”. L’omertà è stato uno degli altri temi proposti dagli studenti che Pino ha sintetizzato dicendo che: “Pensare che ciò che accade al tuo vicino non ti riguardi è un grave errore quando i diritti di chi ti sta accanto non sono garantiti dalla prepotenza e arroganza di chi vuole vivere nell’illegalità”. Alla domanda di una studentessa: “Se avesse immaginato che sarebbe finita così cosa avrebbe fatto?” “Se avessi saputo che mio padre era in pericolo di vita avrei lasciato la mia carica di sindaco. Semplicemente non sapevo che mio padre lo fosse. Io non abitavo più nel mio comune, ma lo stato mi aveva garantito che il resto della mia famiglia al mio paese era protetta e al sicuro”. La colpa di Bonifacio Tilocca, padre di Pino, era stata quella, come scrive Liberanet.org “di aver raccontato a un magistrato quello che aveva scoperto sugli attentati che il figlio aveva subito in 4 anni di governo e che aveva denunciato nel 2002. Questo episodio gli è stato fatale. Una bomba davanti all’ingresso della sua casa lo uccide all’età di 71 anni il 29 febbraio del 2004. L’ultimo pensiero lo ha rivolto agli studenti presenti invitandoli a farsi un’idea su quanto avviene nella società, a non farsi trascinare dalle facili mode del momento, a prendere in mano la propria vita e a non barattala con niente. Ha chiesto loro di discutere, di approfondire, di difendere le proprie idee in una dialettica democratica non dello scontro ma del confronto, perché solo così si può essere cittadini attivi che vogliono migliorare la vita delle comunità alla luce dei valori proposti dalla Carta Costituzionale senza farsi trascinare da falsi miti.
Il secondo momento, promosso dal Presidio “Silvia Ruotolo” di Guspini “ Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” sarà quello del 21 marzo 2019 “Giornata nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”. Nel primo giorno di primavera, simbolo di rinascita, la rete di Libera, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e i cittadini assieme ai familiari delle vittime, si ritroveranno in migliaia di luoghi, per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie, creando un ideale filo di memoria generatore di impegno e giustizia. La giornata avrà Padova come piazza principale e Cagliari come piazza regionale. A Guspini la giornata verrà celebrata con una marcia che gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e i cittadini assieme, faranno partendo dai Giardinetti di Vile Marconi per arrivare arrivo all’Ulivo della pace in via Giovanni Falcone. Durante la manifestazione saranno ricordati nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento