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ATTUALITÀ

Gli sconti hanno le gambe corte, disamina sullo stato di salute del mondo del libro

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di Lorenzo Argiolas

Trattare la cultura significa necessariamente parlare di quello che è uno dei settori portanti dell’economia italiana, ovvero l’editoria libraria.  L’ADEI, associazione degli editori indipendenti italiani, il Sindacato italiano librai e l’Associazione Librai Italiani hanno varato una campagna dal titolo “Gli sconti hanno gambe corte”, un piano di comunicazione volto a sensibilizzare come il praticare continuamente sconti selvaggi sui libri generi conseguenze negative a danno delle case editrici e delle librerie. Ed è proprio di recente che sono state presentate alla Camera dei Deputati diverse proposte di legge, dirette soprattutto al superamento dell’attuale Legge Levi che regola il sistema di sconto sul libro, secondo l’attuale ordinamento non può essere superiore al 15% (ma che realmente non viene applicata grazie a diversi escamotage).
Dobbiamo partire dal presupposto che una libreria indipendente guadagna più o meno il 30% sul prezzo di copertina di un libro, così non accade invece per il commercio on line con Amazon che registra un notevole incremento del proprio giro d’affari sul libro e per le librerie di catena, quelle librerie affiliate alle grosse case editrici che da esse vengono gestite in maniera “commerciale”.
Sono numerosi i territori che non sono serviti da una libreria, i numeri parlano di tredici milioni di italiani che non hanno un punto di riferimento fisico per acquistare un libro.
Le tre proposte di legge sono trasversali e vanno a normare innanzitutto lo sconto sul prezzo del libro, che non deve essere superiore al 5%, interventi strutturali sulla promozione della lettura, l’editoria scolastica e, per finire una sorta di marchio di qualità per le librerie indipendenti. Non dobbiamo pensare che ciò vada a danno dell’utente finale, anzi. Per via di un meccanismo contorto gli editori tendono sempre ad alzare il prezzo del libro, che con promozioni di vario genere subisce sempre dei ribassi e di conseguenza mancati guadagni per le case editrici. Uno sconto massimo al 5% impone agli editori, come accade anche in altri paesi europei, a non “gonfiare” il prezzo di copertina.
Se andiamo ad analizzare la situazione nella nostra isola il quadro è ancor più critico, considerando che si aggiungono costi di trasporto e distribuzione non di poco conto. Nonostante ciò i sardi sono un popolo di lettori, oltre il 40% di noi legge almeno tre libri all’anno e il 95% dei sardi ha almeno un libro in casa. Per questo motivo occorre revisionare la legge regionale 22 del ’98 che va a normare il sistema di sostegno all’editoria locale, ma anche alle librerie. Tutto ciò riconoscendo il ruolo fondamentale che rivestono biblioteche e librerie in ambito culturale.
Un argomento che potrebbe risultare noioso e complicato che, probabilmente, non porta ad ottenere molti consensi ma credibilità a chi avrà il coraggio di occuparsene.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
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