di Antonello Piras
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La festa di sant’Isidoro a Gonnosfanadiga, organizzata dal comitato degli agricoltori come negli anni precedenti, rilevava l’importanza del lavoro nei campi, unica fonte primaria per il sostentamento dell’uomo.
Oggi si è abituati a trovare gli alimenti nei supermercati, quasi nascessero sugli scaffali, dimenticandosi che tutti i prodotti alimentari vengono dal duro lavoro della terra.
La festa, come di consuetudine, è stata preparata con cura negli addobbi della chiesa con elementi floreali, spighe e sementi di grano richiamanti il lavoro agricolo.
Il parroco, don Raimondo Virdis, ha tracciato un excursus della vita di sant’Isidoro, mettendo in evidenza come il Santo conciliava il lavoro nei campi con la preghiera, l’aratura, la semina il raccolto abbondante frutto della pazienza di Isidoro, vissuto alla fine del sec. XI, rievocando i tempi quanto la società, più vicina alla natura di quanto lo sia oggi, in primavera sperava in un buon raccolto e alla fine dell’estate si ringraziava dell’abbondanza del frutto della terra.
Al termine della S. Messa don Raimondo ha benedetto le sementi con l’augurio, in questo inizio di annata agraria, di un proficuo raccolto.
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