banner1_lagazzetta
ffserci
striscione_banner
ALP
previous arrow
next arrow
RUBRICA STORIA DI CASA NOSTRA

Green pass e Lockdown ai tempi della peste

Condividici...

di Marino Melis
____________________________

 

Da due anni a questa parte termini come Covid, Lockdown e Green pass stanno condizionando la vita di miliardi di persone, in tutti gli angoli della terra. Ci abbiamo messo un pochino a capire il loro significato, e sperimentato a costo di immani tragedie e sofferenze i loro nefasti effetti, ma a ben vedere pur con termini differenti    si sono ripetuti innumerevoli volte nei secoli passati.

Già dopo il 1347, quando la peste nera partita dalla Cina, imperversò per diversi anni investendo quasi tutta l’Europa, sorsero in diverse città i primi rudimentali servizi di sanità. Venezia e Firenze furono tra le prime a emanare regolamenti sanitari per tentare di arginare il diffondersi dell’epidemia, e a istituire i primi lazzaretti posizionati fuori dalle mura cittadine per isolare i contagiati dalla peste. La causa principale dei contagi risiedeva nell’assenza assoluta di norme igieniche, e questo spinse già sul finire del ’500 la città di Amsterdam a istituire il primo servizio di raccolta dei rifiuti urbani.

In Sardegna oltre alla peste del 1403, che portò tra i tanti anche alla morte di Eleonora d’Arborea, è ricordata soprattutto la grande peste del 1652/57. Portata ad Alghero da una nave catalana nella primavera del 1652, il contagio percorse rapidamente tutta la fascia occidentale dell’isola, colpendo particolarmente Sassari, Bosa, Oristano e molti centri minori con una mortalità altissima che in alcuni casi raggiunse il 50% della popolazione.

A giugno giunse in Campidano, colpendo San Gavino, Arbus, Guspini e poi via via Villacidro, Samassi, Villasor, per poi scendere verso il cagliaritano, risparmiando però la capitale. Dati precisi non esistono perché il più delle volte nel tentativo di bonificare ogni possibile veicolo di trasmissione del contagio, si bruciarono tra gli effetti personali anche i registri dei Quinque Libris dove i sacerdoti registravano battesimi, cresime, matrimoni e defunti. I sacerdoti erano i più esposti al contagio, perché dovevano amministrare gli oli santi e raccogliere spesso le ultime volontà degli ammalati. Alcuni studiosi hanno quantificato i decessi da peste in oltre 700 a Samassi, 471 a Villacidro, a San Gavino sembra che rimanessero intatti solamente tredici nuclei familiari.

La massima autorità sanitaria dell’isola era un Protomedico che risiedeva a Cagliari, che alle prime avvisaglie della peste consigliò il vicerè di istituire una Giunta di sanità, per assumere tutte le misure adatte per contenere il contagio. A capo della giunta furono nominati due commissari e alternos dotati di pieni poteri, che tra i primi provvedimenti emanarono ordini a tutti i sindaci dei villaggi, perché disponessero un cordone sanitario attorno ai centri abitati, interrompendo ogni contatto con gli altri paesi. Gli ingressi al villaggio dovevano essere vigilati da guardie armate, e permettere il passaggio solamente a coloro che erano provvisti di billet de salut (l’antesignano del moderno Green pass), certificato da un medico o chirurgo. Le severissime misure determinarono per quattro anni il blocco totale dei commerci sia esteri che interni, riducendo le popolazioni ad un magro e difficile autarchismo. In più luoghi si tentò di aggirare le normative sanitarie, ma i no vax e furbetti dell’epoca furono perseguiti violentemente, e in alcuni luoghi come a Oristano si ricorse alle forche per colpire gli inadempienti, e come ammonimento per tutti gli abitanti di villaggi e città. Sono anche documentate frodi e falsi lasciapassare utilizzati soprattutto da nobili e benestanti per spostarsi in luoghi più sicuri.

A Guspini come detto arrivò nel giugno del 1652, imperversando fino a novembre, e mietendo parecchie vittime difficilmente quantificabili. Sono documentate le morti di alcuni sacerdoti tra cui probabilmente lo stesso rettore Diego Dettori, dei due procuratori della causa Pia, di tre picapedrers sassaresi che sovrintendevano ai grandiosi lavori di ampliamento della chiesa parrocchiale. I sindaci di quell’anno furono molto solerti e tempestivi nel mettere in pratica i provvedimenti emanati dalla Giunta del morbo o di sanità, istituendo delle guardie armate che vigilavano le principali via d’accesso al paese. La guardia posta in località Pei Puddu appena al di là del fiume Terramaistus controllava il camino real che portava a Cagliari e le diramazioni per San Gavino e Villacidro, la guardia di Osulu posta nei pressi dello stagno di Marceddì vigilava gli approdi dal mare, più indietro quella di Genna Acuas guardava l’entroterra guspinese, da Corti Arrubia e su Sinzua si controllavano gli accessi dall’oristanese, la guardia di Campus braxus era posta sul camino di Pabillonis. Altre guardie dovevano vigilare sulle strade che portavano a Gonnosfanadiga e Arbus come potevano essere quelle di Cantxilla e su Pisu, di difficile localizzazione.

Le numerose chiese campestri fungevano da luoghi di quarantene per coloro che erano provvisti di lasciapassare, e per inderogabili e motivati motivi potevano circolare. La peste chiamata castigo de Dios, portò anche a scene di isterismo religioso, e in molti paesi si finanziò la costruzione di chiese dedicate a San Sebastiano santo protettore degli appestati La paura del morbo portò ad assumere atteggiamenti difensivi e a limitare al minimo i contatti con altri nuclei familiari, e molti fecero redigere dai notai i loro testamenti, per paura che sopraggiungendo la morte senza testamento i loro beni venissero incorporati per buona parte dalla chiesa. Ancora dopo diversi anni dalla peste viene annotato nei registri di morte di Guspini “a fet testament en lo any del contaig”.

Grazie alla tempestività nell’adozione delle misure di salvaguardia, Guspini fu uno dei pochi centri a salvarsi dalle successive ondate che colpirono a più riprese i centri del campidano, come San Gavino che rimase letteralmente spopolata. La stessa Podesteria fu trasferita nel 1654 a Guspini, con i relativi uffici e scrivani. La sicurezza sanitaria e l’immunità guadagnatasi per diversi anni fece di Guspini un centro di raccolta di una variegata umanità dolente di poveri, artigiani, benestanti, nobili, che fuggivano dai loro villaggi e città investiti dall’epidemia. I registri dei morti del 1655 e seguenti sono pieni di annotazioni del decesso di pobre mendicant, forestieri di cui spesso non si conoscono nome e luogo d’origine, enterrados por amor de Dios.

Nell’autunno del 1655 l’epidemia fu segnalata nei sobborghi di Cagliari e il terrore prese possesso degli abitanti. I poveri e i meno abbienti non potendo lasciare la città, ricorsero a veglie di preghiera, solenni celebrazioni e processioni, voti per la salvezza fatti ai santi protettori. E in questo contesto che nacque il voto a Sant’Efisio, che ancora oggi trova manifestazione nell’omonima sagra. I nobili invece si diedero a una fuga precipitosa verso luoghi più sicuri, molti di loro si imbarcarono fortunosamente per la Spagna. Il viceré trovò riparo ad Iglesias, alcuni nobili come il Marchese di Quirra e il Marchese di Palmas col loro seguito familiare, guardie e servitù si rifugiarono a Guspini, che garantiva una sufficiente sicurezza

La presenza dei nobili e della curia del Podestà richiamò tante persone dai paesi vicini, tanto che in poco tempo il paese recuperò il numero di abitanti del periodo prepeste, diventando il centro più importante della baronia del Monreale, e il più popoloso dell’intero marchesato di Quirra.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividici...

ecco qualche nostra proposta….

IMG-20231027-WA0002
IMG-20231007-WA0003-1024x623
IMG-20231104-WA0035-1024x623
previous arrow
next arrow
 

CLICCA sotto PER LEGGERE

RADIO STUDIO 2000

Su questo sito Web utilizziamo strumenti di prima o di terzi che memorizzano piccoli file (cookie) sul dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare report di navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi / prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore. Cookie policy