di Maurizio Onidi
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“Donne e violenza nell’arte” è il titolo della mostra allestita in Casa Murgia in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Promossa e organizzata da Caleidoscopio e ARCI questa raccolta di immagini di arte abbraccia un ampio arco temporale (dal ‘500 ai giorni nostri) con lo scopo di mettere in risalto la visione degli artisti e la mentalità di ogni epoca o contesto sulla violenza e, in generale, sulla condizione femminile.
«Ogni immagine è accompagnata da una didascalia descrittiva del soggetto o episodio rappresentato. Le opere più classiche rappresentano in genere episodi mitologici o biblici oltre a fatti storici narrati o reinterpretati secondo le necessità contingenti del periodo e dei committenti» dichiara Clelia Atzori, presidente dell’associazione Caleidoscopio che riprende «Si tratta di riproduzioni di grandi opere che invitiamo a osservare con attenzione perché molto possono raccontarci della nostra storia di donne e della storica, annosa , questione della violenza, che non riesce a evolvere in un comportamento civile nonostante gli incredibili cambiamenti sociali e gli inimmaginabili progressi tecnologici e scientifici di cui siamo stati capaci. Si vedrà come alcune situazioni siano perfettamente sovrapponibili alla nostra attualità, specialmente se si affronta il tema del ricatto morale che fa leva sulla paura di affrontare le conseguenze sociali di una denuncia di violenza, con il suo carico di vergogna, di colpevolizzazione della donna e lo stigma che si incide sulla vittima e che ne condizionerà l’esistenza futura.Nel controllo degli impulsi e nelle relazioni, “ l’uomo del mio tempo è ancora quello della fionda e della pietra”, per citare Quasimodo.. » sottolinea Clelia Atzori
«Il nostro mondo, la cultura occidentale , pur così ricco di opportunità, facile agli incontri e ai rapporti interpersonali , è ancora schiavo degli stereotipi più beceri e volgari, di pregiudizi applicati con grande superficialità e apparente innocenza che non si cura di causare male e procurare dolore.
Abbiamo dedicato un settore della mostra alle nostre sorelle dell’Iran e dell’Afghanistan che da molti anni sono oppresse e vittime dei loro regimi oscurantisti e lottano per la loro dignità e libertà.
Il nostro rammarico è quello di non avere abbastanza stanze da dedicare alle innumerevoli donne oppresse in tutti i paesi del mondo, alle spose bambine, alle bambine e adolescenti vendute nei bordelli, alle vittime della tratta, schiave del sesso, migranti …. Altre stanze, troppe, occorrerebbero per parlare di tutte le donne che ovunque faticano ad ottenere i diritti più elementari. L’arte è un formidabile veicolo di bellezza, emozioni e messaggi virtuosi. Noi confidiamo che sia da stimolo a una presa di coscienza, ancora così distante, e porti qualche goccia di consapevolezza nel torbido mare di indifferenza in cui siamo immerse» ribadisce con determinazione la presidente. .
La mostra sarà visitabile sabato 26 e domenica 27 Novembre dalle 16,30 alle 19,30.
In altri giorni e orari su prenotazione al numero 3407383229.
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