di Tarcisio Agus
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I lavori per la riconversione del mattatoio di Guspini, finanziati dalla Fondazione Con il Sud per due milioni di euro, sono stati avviati.
L’intervento punta sul recupero e riuso del mattatoio, storico fabbricato costruito nel 1960 per supportare l’allevamento a cui il territorio, oltre le attività minerarie, era vocato, in particolare con l’allevamento brado del Bue RossoIl piccolo complesso industriale è stato attivo per 33 anni, con le nuove norme Cee venne chiuso. Nel 2004 dopo una prima riconversione in Centro di Lavorazioni carni, affidato a una cooperativa di allevatori, sulla falsa riga del successo della filiera del formaggio con la Cooperativa l’Armentizia Moderna, non riuscì a partire e così tornò nell’oblio sino all’inizio di quest’anno, con un nuovo tentativo di riconversione ideato e voluto dal Terzo Settore e da alcuni allevatori di Arbus e Guspini decisi a nuova sfida.
Il progetto ha avuto il suo via ufficiale, in attesa di una pubblica presentazione, con la riunione tenutasi dell’11 gennaio scorso, nel salone Murgia a Guspini, dove si sono incontrati tutti i Partner con i tecnici Gianni Battacone docente dell’Università di Sassari, che si occupa della Strategia Complessiva, Valerio Manca progettista e attuatore della riconversione dello storico stabilimento e Maso Notorianni, che cura la comunicazione.
Così la sintesi dell’importante iniziativa di sviluppo: “Il Progetto Agroalimentare prevede l’avvio di un centro lavorazione carni destinato alla vendita di carni secche di suini pesanti, quali salsicce, guanciali, teste in cassetta e culatello, prodotte secondo la tradizione locale e di prodotti orticoli del territorio, che verranno anch’essi trasformati in prodotti finiti quali creme, paté e sott’olio derivanti da materie prime messe a disposizione dalla Cooperativa agricola sociale Santa Maria e da produttori di piccole e medie dimensioni locali nel territorio. Si prevede quindi la riqualificazione funzionale di un immobile ex mattatoio, la sensibilizzazione dei produttori locali e ricostruzione della filiera di produzione/commercializzazione, la formazione e selezione del personale che lavorerà nello stabile, la produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti. L’inserimento sociale di soggetti svantaggiati (detenuti a fine pena, ex detenuti e disoccupati in particolare giovani), e la rinascita dell’economia locale, attraverso un forte richiamo alle tradizioni e alla terra, introducendo tuttavia elementi di innovazione e di sostenibilità, saranno gli elementi chiave del progetto”.
Con il riuso del mattatoio si tenterà di ricostruire la filiera del suino semibrado secondo le tradizioni locali, a partire dall’allevamento del suino pesante con la trasformazione delle sue carni nei prodotti basilari della cultura alimentare tradizionale e la relativa commercializzazione. La nuova impiantistica consentirà il riordino degli spazi in uso al personale operativo, al flusso della materia prima dalla fase di ricevimento, lavorazione, conservazione, spedizione e agli ambienti che verranno destinati a spaccio aziendale dei prodotti lavorati.
Nel contempo si è già definito il marchio e un logo che rappresenterà simbolicamente il progetto e nel contempo si studiano i programmi per il coinvolgimento del consumatore attraverso i cinque sensi, l’appartenenza a una comunità e la collaborazione sinergica tra i vari enti, fidelizzando una clientela (locale e turistica) che sia sensibile, educata e attenta a una alimentazione sana e a km zero. In fase di avvio dell’attività saranno organizzati con lo scopo di sensibilizzare e informare i diversi pubblici/stakeholders (consumatori, produttori, concorrenti, istituzioni pubbliche, ecc.) degli obiettivi sociali, dei valori tradizionali e territoriali dell’impresa ed aprire nuove collaborazioni a soggetti che volessero prender parte o contribuire al progetto.
Il personale verrà reclutato e selezionato a seguito di formazione. Si procederà prima con un annuncio web e una volta valutate le candidature saranno individuati i quinndici destinatari che effettueranno la formazione.
Il percorso formativo, della durata complessiva di cinquecento ore (teoria e pratica), prevede moduli specifici per sviluppare competenze nell’ambito della lavorazione e trasformazione di frutta e ortaggi, nella sezionatura delle carni e realizzazione di tagli e semilavorati carnei.
Sono previsti anche percorsi di sostegno educativo pedagogico in stage formativi rivolti a soggetti in situazione di svantaggio che saranno coinvolti all’interno del progetto, finalizzati a rafforzare le risorse personali e le capacità relazionali, evidenziandone eventuali problematicità e fungendo da raccordo tra le parti impegnate nel processo di inserimento sociale e lavorativo.
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