di Tarcisio Agus
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Il progetto agroalimentare, finanziato dalla Fondazione con il Sud, continua la sua marcia verso la chiusura del primo step, costituito dal recupero strutturale dell’ex mattatoio comunale, dove saranno posizionati gli impianti per la trasformazione della carne suina e dei prodotti agricoli. Completata la ristrutturazione dei locali, si sta procedendo all’installazione dei macchinari, che sarà completata entro ottobre. Intanto si procede alla predisposizione del disciplinare di allevamento e coltivazione da condividere con i futuri fornitori delle materie prime e delle linee guida per l’assegnazione dell’incarico del direttore generale, che gestirà l’impianto agroalimentare. Alcuni indirizzi per questa figura cardine sono stati già individuati dai partner che hanno dato vita al progetto.
Un’altra importante azione è stato lo studio di mercato per i prodotti di filiera del centro: la linea del suino con i suoi insaccati (salsiccia, salami, guanciale, mustela, coppa, pancetta) e l’ortofrutta (confetture, marmellate, sughi, creme, prodotti sottolio e ortaggi). L’indagine ha coinvolto numerosi consumatori locali e nazionali, nonché esaminato i possibili competitors con le loro produzioni e il rispettivo confezionamento. Un’analisi che permetterà al centro di programmare un piano produttivo capace di inserirsi nel mercato con target di qualità per puntare non solo al mercato nazionale ma anche europeo. L’indagine ha messo in evidenza che il 99,1% degli intervistati reputa il gusto l’elemento principale, mentre il 93,1% guarda ai metodi di produzione, rispettosi dell’ambiente, e al contributo nello sviluppo dell’economia del territorio d’origine. Altri fattori determinanti all’acquisto sono la naturalezza del prodotto e della materia prima, il trattamento equo degli operatori impegnati nella filiera produttiva, l’impiego di metodi, ricette tradizionali e l’inclusione sociale di persone svantaggiate. Dall’analisi si evince che i fattori più importanti sono in linea con gli aspetti chiave previsti per il centro di trasformazione e del progetto ad esso collegato. Inoltre il 90% degli intervistati è molto interessato all’acquisto di prodotti alimentari sardi derivanti da una filiera controllata, garantita e da materie prime coltivate senza uso di additivi, così pure per l’allevamento semibrado con prodotti naturali legati alla tradizione. E il confezionamento deve avvenire con imballaggi riciclabili e con un’etichetta di garanzia dell’origine degli alimenti. Anche l’analisi sulla frequenza e i luoghi di acquisto dei prodotti rafforza l’impostazione data al progetto che prevede uno spaccio aziendale e la commercializzazione diretta dei prodotti, infatti, il 72,3 % degli intervistati preferisce acquistare i prodotti per lo più presso i produttori e dai negozi specializzati, di vicinato o tramite il canale Horeca, che distribuisce i prodotti certificati presso gli hotel, ristoranti, trattorie, pizzerie e bar.
I ristoratori e gli albergatori hanno dichiarato che i salumi rappresentano un’offerta che non si ferma solo al pranzo o cena, ma sono richiesti anche per colazione, spuntino, merenda o aperitivo. E preferiscono piccole aziende fornitrici in possesso di professionalità, simpatia, affidabilità e credibilità, continuità nelle forniture dei prodotti e con capacità di commerciare la storia ed il territorio di produzione. È emerso, inoltre, che sempre più il consumatore è orientato su prodotti freschi e a km 0, scegliendo canali d’acquisto caratterizzati da un rapporto più diretto con il produttore. Per i prodotti sardi esiste ancora un ampio margine di commercializzazione perché solo la metà delle imprese intervistate vi ricorre, per il resto si fa riferimento ai prodotti italiani o esteri.
Entro il 2022 devono essere concluse tutte le operazioni di allestimento dell’impianto produttivo, costituita la società di gestione e assunto il personale addetto alla produzione e vendita.
Il 2023 sarà l’anno della prima produzione con tutta una serie di azioni tendenti a far conoscere i prodotti, sottoporli all’attenzione del consumatore e degli operatori della ristorazione sia nell’isola sia nella penisola. Questo permetterà al centro di affinare le produzioni secondo il mercato di fascia medio alta, costruire la rete distributiva e un portafoglio clienti che ne consentano la continuità produttiva nel tempo, nel rispetto del piano industriale che ha convinto Fondazione con il Sud a finanziare il progetto con 2 milioni di euro.
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