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Guspini, l’orologio del campanile della chiesa di San Nicolò: il segna tempo per i guspinesi

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di Maurizio Onidi
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Parlare del campanile, in generale significa identificare un paese e tutto ciò che lo caratterizza.
Quante storie potrebbero raccontare i nostri campanili e quante ancora ne restano sconosciute se pensiamo alle campane e agli orologi che hanno scandito per secoli gli eventi felici e dolorosi di una comunità e i ritmi delle giornate.
Senza alcuna pretesa abbiamo cercato di raccontare così quella del campanile della parrocchia di San Nicolò, patrono di Guspini. L’origine del primo orologio nel campanile della chiesa di San Nicolò si perde nella notte dei tempi come conferma Marino Melis, 63 anni, presidente della Consulta di lingua sarda, che ha al suo attivo diversi libri che raccontano storia e usanze nel tempo a Guspini.
«Le prime notizie certe ci vengono dai registri di Contadoria della parrocchia di San Nicolò, dove vengono riportate tutte le entrate e le uscite relative alle attività economiche della Causa Pia. Nel 1685 vengono registrate le spese per l’acquisto di una meridiana, che fu posizionata nel lato sud della torre campanaria. Non sappiamo forme e dimensioni, ma per avere un’idea ci si può rifare alla meridiana della tonnara di Flumentorgiu, che dovrebbe essere coeva a quella di Guspini», sottolinea Melis che puntualizza. «Il primo orologio meccanico fu installato nel 1725 dall’artigiano francese Jayme Van Strig, costituito da grosse lastre di marmo in parte ancora conservate all’interno del campanile. Per la manutenzione fu stipulato un contratto nel 1751 con l’artigiano Nicolas Vaccargiu, la cui famiglia tenne l’appalto per l’attendenza per quasi un secolo. Nel 1860 a seguito di continue riparazioni fu collocato un nuovo orologio che costò 1500 lire. Durante le fasi del lavoro accadde un incidente dove rimase ucciso un ragazzo di 15 anni, colpito da materiali caduti dall’alto», aggiunge Marino Melis, «Da vecchie foto si vede che questo orologio era di forma quadrata, posizionato appena sotto la cupola del campanile. Sembrerebbe che nel 1926 sia stato installato un nuovo orologio di forma rotonda, a sua volta sostituito nel 1956 da quattro orologi posizionati nei quattro lati del campanile».

Dal passato al presente con Giuseppe Erminio Scanu, che dal 1979 si occupa di automazione, installazione e manutenzione delle campane nelle chiese in tutta la Sardegna e dal 1984 ininterrottamente cura la manutenzione dell’orologio e delle campane collegate, del campanile della parrocchia di San Nicolò.

«Nel 1984 nella cella campanaria le campane vennero sostituite perché deteriorate in più punti.  In tale circostanza vennero sostituiti anche gli orologi posizionati ai quattro lati del campanile con un nuovo sistema elettromeccanico ed elettronico collegato alle campane che fino ad allora era meccanico a corda che veniva caricato manualmente tutti i giorni», rimarca Giuseppe Scanu, «Per fare questa operazione bisognava salire nella torre campanaria dove sacrestano o chierichetti caricavano la corda e lo regolavano. Inizialmente le nuove campane suonavano tutti i quarti per le 24 ore.  Nei primi anni 90 ci fu una protesta da parte degli abitanti vicini alla chiesa, per il disturbo notturno dei rintocchi che portò alla loro esclusione dalle 22 alle 7».  «Dopo qualche anno», conclude Scanu, «altra modifica sempre per protesta degli abitanti con la completa eliminazione dei quarti. Da allora le campane suonano le ore e le mezze dalle 7 del mattino alle 21.  Attualmente in molte chiese, vengono utilizzati sistemi elettronici per la riproduzione dei rintocchi ma dove esistono già le campane vere si tende a sostituirle con delle nuove».

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