“Dopo aver perso il lavoro ho deciso di trasformare la mia situazione di incertezza in un’opportunità nella speranza di poter realizzare i miei obiettivi personali e professionali”
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di Maurizio Onidi
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È affascinante come i negozi di vicinato stiano vivendo una rinascita in un’epoca in cui i giganti della grande distribuzione sembrano aver preso il sopravvento. Questo trend evidenzia un desiderio crescente da parte dei consumatori di riscoprire l’atmosfera accogliente e familiare dei piccoli negozi. Potrebbe infatti rivelarsi utili per provare a rivitalizzare il centro e le periferie. La nostalgia per la bottega degli alimentari del vicinato è comprensibile, poiché questi luoghi non solo offrivano prodotti di qualità, ma erano anche punti di riferimento per la comunità. La grande distribuzione ha indubbiamente creato una concorrenza difficile per i piccoli commercianti, ma la loro rinascita dimostra che esiste ancora una forte domanda per un’esperienza di acquisto più personale e autentica ma apprezzano anche la possibilità di sostenere le imprese locali, come dimostra il caso di Diego Muru, giovane guspinese che ha aperto la sua “bottega di alimentari”, nel centro storico cittadino.
Come e quando nasce l’dea di aprire un piccolo negozio di alimentari nel centro storico?
«Dopo anni di lavoro in questo settore, mi sono ritrovato all’improvviso senza lavoro. In un momento come quello attuale, quando il lavoro non c’è, bisogna inventarselo, possibilmente senza dover emigrare. Ho deciso quindi di trasformare questa situazione di incertezza in un’opportunità, nella speranza di poter realizzare i miei obiettivi personali e professionali. Ecco come matura in me l’idea, forte anche dell’esperienza accumulata».
Che esperienze ha fatto?
«Ho sempre avuto una particolare passione per le attività che comportano il contatto con il pubblico, con i quali ho cercato di creare legami significativi nel farli sentire accolti come a casa. Un percorso attraverso varie esperienze lavorative tra bar e grande distribuzione che hanno arricchito “il mio bagaglio” e come ho detto prima, mi ha fornito le basi necessarie per avviare l’attività».
Ci vuole coraggio in questo momento avviare un’attività
«Diciamo che la situazione attuale non è delle migliori per avviare un‘attività, visti i costi che si devono affrontare, per via della crisi economica in atto. Come dicevo prima, devi tirare fuori tutto il coraggio, se vuoi crearti un futuro. Bisogna avere anche una piccola dose di incoscienza, uscire dalla propria “zona di comfort” e osare, ma questo vale un po’ per tutte le cose. Io ho avuto un po’ di tutto ciò, forse un po’ più di sana incoscienza che altro, ma ho fatto di tutto per crearmi un futuro migliore e anche per dare un servizio a tutte quelle persone che non hanno possibilità di spostarsi e che in una zona del centro storico di Guspini mancava da tanto tempo. Un grande ringraziamento lo rivolgo a Elena, la mia ragazza, che collabora nell’attività, mi supporta e mi sopporta e perché anche senza il suo prezioso contributo, non sarebbe stato possibile tutto ciò».
Si torna al concetto di negozio sotto casa?
«Per certi versi sì. La funzione del negozio sotto casa è totalmente diversa dalla grande distribuzione. Anzitutto il rapporto con i clienti, che io metto sempre al primo posto. Questo contatto dà la possibilità di crescere ulteriormente, dal punto di vista umano, ascoltando anche le loro storie, tra cui ex commercianti che ti supportano dando anche dei consigli. Si crea, insomma, un rapporto speciale che diventa quasi una grande famiglia allargata. Tutto questo, dal mio punto di vista è bello e vale più di tanto altro. Come dimenticare la bella accoglienza anche da parte di tutti i commercianti della via, quando l’attività ha avuto inizio. È la dimostrazione che il guspinese ha una grande sensibilità e di questo non si può che essere felici. È il valore aggiunto che si crea nella bottega sotto casa, come raccontano gli anziani».
Programmi futuri?
«I programmi futuri sono tanti, dal punto di vista lavorativo, con orgoglio dico che mi tengo ben stretto questo piccolo sogno che si è realizzato, con tanti sacrifici, solo grazie ai miei genitori che mi hanno dato una grossa mano dal punto di vista economico. Purtroppo, essendo rimasto senza lavoro non ho potuto ottenere alcun finanziamento. Sarebbe bello che i giovani venissero aiutati di più dalle istituzioni, incoraggiati e spinti a realizzare i progetti per aprirsi al mondo del lavoro, senza dover attendere i tempi burocratici impossibili facendo perdere le speranze o essere costretti a dover lasciare la propria famiglia e tutti gli affetti per avere un futuro migliore. Tornando ai programmi futuri chissà, magari poi piano piano arriveranno anche tutte le altre soddisfazioni personali, avere una famiglia, una casa e tutto ciò che ne consegue».
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