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RUBRICA

Guspini, quattro aneddoti sull’Assunta

Foto Sandro Renato Garau
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di Sandro Renato Garau
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I guspinesi hanno sempre considerato Santa Maria Bella oltre che una santa da venerare una compaesana, la più nobile, importante e con molto potere. Maria è un dono del cielo. Una compaesana alla quale sono attribuiti tratti tipici della quotidianità: moglie, mamma, figlia, nonna, e così viva nel sentire popolare.

DELL’ARRIVO DELL’ASSUNTA A GUSPINILe donne anziane, con molti si dice, raccontavano le vicende relative all’arrivo della statua della “Dormiente” a Guspini. “La Santa è arrivata a Guspini proveniente chissà da dove”. D’oltre mare come molti santi venerati in tutta l’isola? Qualcuno, soprattutto gli uomini di chiesa e gli studiosi, hanno sempre ipotizzato che possa provenire addirittura dall’Oriente perché la posizione della statua è “supina”. Così come è venerata nella tradizione bizantina. “Santa Maria è arrivata sopra un carro trainato da un giogo di buoi che s’è fermato lì dov’è stata costruita la chiesa. La statua non la poteva e non la può toccarla nessuno. Quella statua dalla chiesetta usciva solo per la sua festa. In antico l’Assunta era sistemata in una cassa di Aritzo, una di quelle intagliate, riposava dentro questa cassa chiusa, era tutta coperta. Era sistemata per terra, appoggiata alla parete di fronte all’ingresso. La tiravano fuori solo per la sua festa. Quando è arrivata a Guspini, dicevano che chi conduceva il carro volesse continuare sino ad Arbus ma che i buoi si siano rifiutati di riprendere il cammino. Bisognava costruirle la chiesa dove si erano fermati gli animali. Una notte è stata portata via, ma la notte successiva è tornata alla sua chiesetta a piedi scalzi, sola, scendendo dal monte Santa Margherita e attraversando le vie della Guspini vecchia. Molte donne dicevano che quei buoi avevano portato la Santa come un dono. Avevano fatto la volontà della Madonna”. Forse per questo in processione, sino a non molti anni, la statua era trasportata su un carro trainato da un giogo di buoi.

DEL MONASTERO E DEL CAMPOSANTO

Foto Sandro Renato Garau

Attorno alla chiesa sono fioriti i racconti tramandati soprattutto dalle donne anziane, quelle che da sempre hanno abitato in su Bixinau de Santa Maria: “Dove c’è la chiesa c’era un camposanto. Quando hanno scavato per costruire la chiesa hanno trovato anche ossa. Lì seppellivano i morti. Dicevano che c’era anche un monastero attorno alla piazzetta. Sotto la chiesa, poi ci sono due cunicoli, uno va verso il monte Santa Margherita e l’altro finisce sotto la chiesa di San Nicolò”.

DELLE PROCESSIONI VOTIVE

Foto Rinaldo Ruggeri

Ancora storie di consuetudini tramandati oralmente: “Sai come facevano nei tempi passati? Quando la Santa era nella sua chiesetta, nel periodo tra l’inizio della sua festa e l’ottava, se tu volevi fare una processione con la Santa per chiedere una grazia o sciogliere un voto, dovevi rivolgerti, non ricordo se al parroco o al comitato. Ti autorizzavano a portare fuori la statua e fare la processione nelle stradine attorno alla chiesa. La piazza era in terra battuta e qui si faceva anche la festa”.

DELLE PULIZIE PER LA FESTA

Foto Rinaldo Ruggeri

Per santa Maria, in tutte le case le pulizie si facevano a fondo come per Pasqua. Le anziane ricordano “Una storiella la raccontava sempre la buon’anima di Gilla, una istituzione in su Bixinau. Che sia vera o falsa, non so, ma è simpatica. Gilla diceva:Santa Maria is disi de sa festa, bessidi a mundai e si torrada a corccai”. Santa Maria i giorni prima della festa esce dalla chiesetta per spazzare il sagrato e le vie attorno! Poi si ricorica… Le pulizie che si facevano in casa erano approfondite. Si strofinavano i tegami e gli spiedi. Le donne uscivano a spazzare e a innaffiare le strade. Zia Iolanda, una delle più anziane del vicinato morta a più di 100 anni, diceva che nei giorni della festa dell’Assunta: «Quando un qualsiasi nonno rientrava dalla vigna nella quale aveva colto l’uva moscatello, con fare compiaciuto osservava a voce alta che era bello quello stradone spazzato e innaffiato per la Festa». La gente era così, tutti innaffiavano e spazzavano le strade. Sapevano di pulito”.

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